Coronavirus, nodo Campania e tensione istituzionale. Il ministero indaga sui dati, giallo sull’inchiesta (conoscitiva) dei pm

Vincenzo De Luca
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Foto Kontrolab)

La decisione di un eventuale cambio di ‘girone’ della regione Campania arriverà nella giornata di oggi, dopo altre 24 ore di tensione. Tensione istituzionale, che stavolta supera lo scontro Regione-Governo e finisce per abbracciare in una spirale di polemiche anche la procura della Repubblica di Napoli e due importanti quotidiani.

Il ministero della Salute si è riservato una giornata di studio per il solo caso della Campania, perché vi sono incongruenze sui dati del sistema sanitario (posti letto e altro), tanto che gli ispettori inviati da Speranza sono al lavoro senza sosta. Dal report finale dipenderà il destino della Campania, che per ora – in base ai 21 indicatori seguiti dal ministero – è in zona gialla ma potrebbe slittare in fascia arancione se non nella tanto invocata (ma non da tutti) zona rossa dove attualmente si trovano Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta e, a partire da domani, anche la provincia autonoma di Bolzano. Lo scenario, ovviamente, ha alzato nuovamente il livello di tensione istituzionale, con il presidente della Regione Campania che ieri ha invocato un’«operazione trasparenza» chiedendo al ministro della Salute «un confronto immediato e pubblico sui dati della Campania».

Per De Luca l’«operazione verità» diventa un passaggio essenziale per mettere a tacere lo «sciacallaggio mediatico senza precedenti sulla sanità» si starebbe compiendo da mesi allo scopo di «screditare l’idea di manovre oscure messe in atto per nascondere la realtà». Sciacallaggio al quale, sempre a parere di De Luca, si mescolano «il ripetersi di dichiarazioni indecenti da parte di gente che non ha mosso un dito in questo anno per esercitare una sia pur minima azione di contrasto al Covid» (il riferimento è soprattutto al sindaco di Napoli Luigi de Magistris) e «esempi di comportamenti scandalosi e irresponsabili sul piano delle competenze istituzionali e delle responsabilità personali». In quest’ultimo caso De Luca si ferisce in maniera chiara alle «clamorose e davvero insostenibili immagini del lungomare di Napoli con assembramenti vergognosi e nella più totale assenza di ogni forma di controllo»: «Agli occhi dell’Italia basterebbero quelle immagini per motivare una zona strarossa al di là dei dati ospedalieri e sanitari», sottolinea il governatore. Ecco perché De Luca chiede al ministero il «confronto».

Il punto di partenza del suo ragionamento è, ovviamente, che sui dati della Campania non vi è nulla di sospetto: quei dati sono «oggettivi», dice. Né, insiste, vi è qualcosa da «occultare né da attenuare»: «Credo sia interesse comune non tollerare zone d’ombra e verificare con chiarezza la realtà degli ospedali, delle terapie intensive, dei ricoveri, del tasso di mortalità, del personale». La richiesta di De Luca vuole puntare in realtà anche a spazzare via le ombre di un’inchiesta (conoscitiva) annunciata ieri da Repubblica Napoli e da Il Mattino – sulle rispettive edizioni cartacee e a firma di autorevoli giornalisti che si sono sempre distinti per puntualità e verifica delle fonti – e poi smentita, con una nota stampa, dal procuratore Giovanni Melillo. I due quotidiani riportavano la volontà dei pm di esaminare i dati trasmessi da Napoli a Roma, come quelli della disponibilità dei posti letto, risultati decisivi per l’inserimento della regione nella fascia gialla. Il caso sarebbe stato all’attenzione del pm Maria Di Mauro – in forza alla sezione coordinata dal procuratore aggiunto Lucantonio – che è già al lavoro su altri filoni di inchiesta che la procura ha aperto in relazione all’emergenza sanitaria da Coronavirus.

Poche ore dopo l’uscita in edicola di entrambi i quotidiani – subito ripresi da diversi siti online senza neppure essere citati – è però arrivata la smentita del capo della procura di Napoli. In poche righe il capo dei pm Giovanni Melillo sottolinea che «nessuna iniziativa è stata assunta» sull’«ipotizzata falsità di dati sanitari rilevanti per la gestione dell’emergenza epidemiologica in Campania» e aggiunge che «nessuna iniziativa» di indagine in tal senso è stata «annunciata da questo ufficio», quasi a volere allontanare – senza che nessuno l’abbia chiesto – sospetti su eventuali fughe di notizie. Tant’è: oggi sia Repubblica che il Mattino non replicano in maniera convinta alla smentita di Melillo. Repubblica sfuma tra le righe di un articolo sulla situazione Covid in Campania una timida difesa del proprio operato asserendo che «sono in corso inchieste sulla realizzazione dei Covid Hospital di Ponticelli, Caserta e Salerno e su altri episodi come il rapporto nella gestione dei tampini tra l’istituto pubblico Zooprofilattico e un centro privato» e che «in questo contesto si inserirebbero gli approfondimenti legati alle ultime vicende» che però il procuratore nega. La tensione, ad ogni modo, resta alta. E oggi con la decisione del ministero della Salute si potrà avere, forse, un po’ di chiarezza in più.

martedì, 10 Novembre 2020 - 07:34
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