Portici, posacenere lanciato in faccia all’arrestato nella caserma: carabiniere condannato per lesioni

Tribunale

Nell’annotazione di servizio si faceva riferimento a un incidente. A un bizzarro incidente. Un posacenere posto sopra una scrivania, dopo essere stato sbattuto sulla superficie sarebbe rimbalzato e avrebbe colpito in pieno volto una persona che era in piedi accanto alla scrivania. E’ così che nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio 2016 Giuseppe Parisi sarebbe rimasto ferito all’interno di una stanza della caserma dei carabinieri di Portici. O meglio, è così che fu descritto nell’annotazione di servizio la ferita che l’uomo riportò sopra l’occhio destro e mostrò la mattina del primo luglio al giudice monocratico del Tribunale di Napoli chiamato a giudicarlo, per direttissima, per spaccio di droga. 

Ma secondo la sentenza emessa ieri dal giudice monocratico della prima sezione penale del Tribunale di Napoli quell’incidente dalla dinamica bizzarra è stato invece la conseguenza di un gesto inconsulto fatto da un carabiniere in servizio quella notte ai danni di Giuseppe Parisi. Il militare dell’Arma, imputato con l’accusa di lesioni con l’aggravante di avere commesso il fatto in violazione dei doveri connessi all’appartenenza all’Arma dei carabinieri, è stato infatti condannato a sei mesi di reclusione, pena sospesa. Questa ricostruzione dei fatti era stata offerta da Parisi già durante il processo per direttissima per droga che lo vedeva imputato sia durante la sua deposizione, nelle vesti di parte offesa (è stato assistito dall’avvocato Mario Olivieri), dinanzi al giudice monocratico della prima sezione. Parisi, in sintesi, spiegò che il militare agì in uno scatto d’ira. Tutto si consumò in pochi minuti. Parisi, come egli stesso ha riferito a suo tempo, stava riposando nella cella di sicurezza – dopo l’arresto per droga – quando fu svegliato e portato in ufficio, dove c’erano due carabinieri. Qui gli fu chiesto di firmare delle carte ma lui rifiutò perché, non avendo gli occhiali e non vedendo molto bene, non sarebbe stato in grado di leggere cosa c’era scritto. A questo punto il militare poi finito sotto accusa avrebbe invitato il collega a riportare Parisi in cella aggiungendo che il fermato stava rompendo le scatole. Nello specifico, come ricordato Parisi, fu usata un’espressione colorita tanto che Parisi sbottò: «Perché mi state mancando di rispetto».

A quel punto – ripercorrendo la deposizione della parte offesa – il maresciallo imputato si alzò in piedi e di riflesso fece altrettanto Parisi che si trovava dall’altro lato del tavolo, mentre un altro carabiniere rimaneva immobile. In pochi secondi Parisi fu colpito in pieno volto da un oggetto contundente a forma di piramide che gli provocò la fuoriuscita di sangue. Venne anche chiamato il 118 ma Parisi rifiutò di farsi medicare perché voleva che in sede di direttissima il giudice vedesse la ferita che aveva rimediato. Una ferita che, dice adesso una sentenza, è stata provocata da un carabiniere all’interno della stazione dell’Arma di Portici. 

martedì, 10 Novembre 2020 - 17:17
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