Il via libera alla manovra da 38 miliardi arriva tra le polemiche dei sindacati, che lamentano l’assenza di un confronto preventiva, una minaccia di sciopero, le perplessità di Confindustria e il timore che il ‘bottino’ di fondi potrebbe non bastare. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha acceso il semaforo verde, spingendo così in Parlamento il testo della legge di Bilancio che si compone di 228 articoli. Si inizierà in commissione Bilancio a Montecitorio con il tradizionale giro di audizioni per poi passare al Senato, dove nel frattempo si lavora al decreto ristori: sarà una corsa contro il tempo considerato che l’approvazione dovrà arrivare entro il 31 dicembre.
Il Governo parla di un «impianto complessivo sotto il profilo finanziario invariato», con misure «trasversali per la crescita» e il ministro dell’Economia pone l’accento su «risorse per la sanità, le imprese, il lavoro, e in più un forte investimento sull’occupazione femminile e sul Sud». Così facendo, insiste il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo, si andrà ad intervenire «sul presente e sul futuro del Paese».
Sgravi per l’occupazione
Anzitutto ci saranno sgravi per favorire l’occupazione, ma ancora una volta si ancorano le misure a limiti d’età dimenticando che la crisi occupazionale da Coronavirus è stata trasversale e che nel piano di rilancio si sarebbero dovute evitare distinzioni e agevolare anche l’ingresso nel mercato del lavoro di over 40, per i quali – già in condizioni di normalità – l’assunzione è più complicata. Gli sgravi sono fissati al 100% per le assunzioni under 35 (dureranno 4 anni al Sud), per le assunzioni di donne disoccupate in tutta Italia, per l’assunzione di donne disoccupate da almeno 24 mesi nel resto d’Italia, 500 milioni per le politiche attive, proroga della decontribuzione al 30% per le aziende del Mezzogiorno.
E poi la conferma del rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale in attesa della riforma dell’Irpef per cui la Manovra prepara il terreno con l’avvio dell’assegno unico per i figli e la creazione di un Fondo per la fedeltà fiscale in cui far confluire le risorse della lotta all’evasione che si aggiungeranno, dal 2022, a uno stanziamento ad hoc per il taglio delle tasse da 2,5 miliardi (1,5 nel 2023). Una spinta si cercherà di darla anche agli investimenti con il potenziamento del piano Transizione 4.0 che sale a 24,8 miliardi per incentivare le spese delle imprese e 50 miliardi aggiuntivi per gli investimenti pubblici. E poi assunzioni ad hoc, 2.800, per garantire una accelerazione nella spesa dei fondi europei – in attesa che arrivino quelli del Recovery Fund. Tornano gli aiuti per le imprese, a partire dalla proroga della cassa integrazione a carico dello Stato per altre 12 settimane, insieme allo stop ai licenziamenti fino a fine marzo, e da un fondo anti-Covid da 4 miliardi pensato per i ristori a tutte le attività con perdite.
I fondi confermati
Viene confermato il fondo di Garanzia per le Pmi e vengono prorogati tutti i “bonus” più recenti: mobilita’, mobili, verde e vacanze. Rafforzato lo stanziamento per il Reddito di cittadinanza (+ 196,3 milioni di euro per l’anno 2021 e circa 475 milioni all’anno dal 2022 al 2029, per un totale dal 2021 al 2029 di 4 miliardi), in manovra entra anche il rinnovo di Ape sociale e Opzione donna, il finanziamento del fondo di indennizzo per cessazione delle attività commerciali, il rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale entrato in vigore lo scorso luglio che prevede l’aumento fino a 100 euro mensili in busta paga per i dipendenti con reddito annuo entro i 40 mila euro.
martedì, 17 Novembre 2020 - 13:19
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