Morto un altro anziano al Cardarelli: fu ripreso nel video sull’84enne deceduto in bagno. Inchiesta sul decesso di Ruotolo

Ospedale Cardarelli
L'ospedale Antonio Cardarelli di Napoli (foto Kontrolab)

La morte dell’84enne Giuseppe Cantalupo, avvenuta in un bagno del pronto soccorso. Poi quella di Francesco Ruotolo, storico attivista e consigliere comunale di Napoli. E oggi il decesso di un altro anziano. L’ospedale Cardarelli di Napoli finisce nel mirino della procura della Repubblica di Napoli.

Nel giorno in cui è stato conferito l’incarico a tre esperti per stabilire le cause del decesso di Cantalupo, la cronaca ha segnato altri due eventi. Un signore di 84enne, residente a Portici (in provincia di Napoli), è deceduto nel nosocomio: l’anziano era ricoverato per sospetto Covid ed è stato, suo malgrado, ripreso nel noto video choc che ha immortalato il decesso di Giuseppe Cantalupo. In quel video, l’anziano di Portici è su una barella con il cibo ancora impacchettato ai piedi della lettiga. Come già accaduto per Cantalupo, anche su questo secondo decesso la procura di Napoli ha aperto un’inchiesta. E un’inchiesta sarà necessariamente aperta anche sulla morte di Francesco Ruotolo, avvenuta domenica 15 novembre. Il 74enne, ex consigliere comunale di Napoli per Rifondazione, era ricoverato al Cardarelli per Covid. Come raccontato dalla figlia Ipazia in diverse interviste, Ruotolo non avrebbe ricevuto le cure adeguate.

«A metà mese di ottobre la sua condizione si è aggravata – ha raccontato Ipazia a Napoli Today – Dal 24 abbiamo cominciato a chiamare i soccorsi. Abbiamo chiamato il 118 cinque volte, ma per le prime quattro il personale non ha ritenuto di doverlo ricoverare. Ci hanno risposto di tutto: che non era grave, che non c’erano posti liberi, che il suo saturimetro era rotto. Finalmente, alla quinta chiamata, nella notte tra il 6 e il 7 novembre siamo riusciti a trovare un’ambulanza che lo portasse in ospedale». Nove giorni dopo, però, Ruotolo è venuto a mancare. La Federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista ha presentato un esposto in procura chiedendo chiarezza sull’accaduto e puntando l’indice «sui ritardi verificatisi nelle cure domiciliari e nel ricovero del proprio dirigente Francesco Ruotolo, splendida figura sempre a disposizione della Napoli delle classi subalterne, a partire dal suo Rione Sanità».

L’esposto obbliga la procura a condurre le dovute verifiche. «Quanto accaduto al nostro compagno, con soccorsi chiamati che non arrivano, ritardi nella comunicazione all’ASL competente della sua positività al coronavirus e molto altro, è purtroppo – si sottolinea in una nota – parte di una casistica non isolata negli ospedali della nostra città e della nostra Regione. Pertanto l’iniziativa intrapresa, d’intesa con la famiglia del nostro compagno, di coinvolgere la magistratura, è stata messa in essere soprattutto per evitare che casi simili si continuino a ripetere».

giovedì, 19 Novembre 2020 - 23:47
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