Roma, 8 arresti per spaccio: giro gestito dalla 71enne ‘zia Bianca’. ‘Spaghetti’ e ‘lasagne’ per indicare la cocaina

spaccio di droga

Veniva affettuosamente chiama ‘zia Bianca’ la 71enne che questa mattina è stata arrestata dalla Guardia di Finanza di Roma insieme ad altre 14 persone( (6 in carcere, 2 ai domiciliari e 7 obblighi di presentarsi alla polizia giudiziaria)  accusate di spaccio di stupefacenti. Secondo qui inquirenti coordinati dalla Dda Bianca Zarfati, classe 1949, avrebbe avuto un ruolo di vertice nell’organizzazione che si occupava dello spaccio di cocaina nella periferia Ovest della Capitale e sul litorale romano.

La donna si riforniva stabilmente, secondo gli investigatori, da Marco Corina, classe 1952 e Marcello Gauzzi, 58 anni, e secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite, i tre, finiti tutti in carcere, avrebbero implicitamente confermato il loro ruolo commentando a telefono di essere rimasti tra le persone ‘serie’ nel settore, perché avrebbero operato «alla vecchia maniera» rispettando «la parola data».

Essendo già agli arresti domiciliari, la Zarfati aveva stabilito il centro direzionale e operativo dell’associazione nella propria abitazione a Fiumicino (Roma) dove intratteneva i contatti con i fornitori e impartiva le disposizioni per le cessioni dello stupefacente e la riscossione dei relativi compensi a Fernanda Succi, 63 anni alla figlia di quest’ultima, Valentina Mercadante  (classe 1981), e a Cesira Succi, 62 anni. Per queste attività il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per Mercadante e gli arresti domiciliari per le Succi.

Pur privilegiando gli incontri di persona ai colloqui telefonici, per le conversazioni a distanza era stato condiviso un singolare linguaggio criptico ispirato al mondo della gastronomia, in cui la cocaina diventava, a seconda dei casi, «fettine panate», «lasagne» e «spaghetti alle vongole». Come affermato da Zarfati in una conversazione captata: «Le telefonate mie e sue sono tutte di mangiate… mai… mai… mai parlato di niente…».

Per trovare una valida alternativa al business in corso e compensare la perdita economica derivante dal sequestro di droga nell’ambito di un’operazione di servizio conclusa con l’arresto di un “corriere”, Zarfati “rispolverava” un suo vecchio contatto peruviano per avviare, insieme a Corina e Gauzzi, una trattativa per l’acquisto di narcotico  direttamente dal Sud-America a prezzi concorrenziali, che si sarebbe dovuta concretizzare con una prima fornitura di 6 chilogrammi di cocaina. Anche se l’affare non si concludeva, le indagini hanno consentito di individuare i referenti dell’organizzazione peruviana in Walter Jesus Nunez Moren (classe 1978) e  Lopez Huaman Junior Gabino (classe 1986), nei cui confronti è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

Per 7 presunti acquirenti è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli approfondimenti svolti hanno, infine, fatto emergere come 7 indagati percepiscano o abbiano percepito – direttamente o in quanto inclusi nel nucleo familiare dei beneficiari – il reddito di cittadinanza o il reddito di emergenza.

Leggi anche:
– ‘Ndrangheta, arrestato il presidente del Consiglio regionale della Calabria. Era finito nella lista degli ‘impresentabili’
– Il Covid non ferma il mercato dei botti illegali. Maxi sequestro della Finanza, arresti e denunce a Portici e Ercolano
– Covid, battaglia delle Regioni contro l’algoritmo: i governatori vogliono ridurlo a 5 parametri. Riunione con Boccia
– Covid in Campania, 17 sindaci contro De Luca: «Da irresponsabili riaprire le scuole». Studenti in aula il 24 novembre
– Processo penale, la Consulta: legittimi no all’abbreviato per reati d’omicidio e stop retroattivo alla prescrizione per Covid

giovedì, 19 Novembre 2020 - 09:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA