Il Covid galoppa nelle carceri: positivi 827 detenuti e 1020 agenti. Le prigioni della Campania prime per numero di contagi

Cella Carcere

La seconda ondata del Covid non risparmia le carceri italiane ed anzi disegna uno scenario ben più allarmante della prima fase, con i penitenziari della Campania che guidano la preoccupante classifica di detenuti e agenti della Penitenziaria contagiati. 

Il Dap ha infatti diramato le cifre del contagio negli istituti di pena e il quadro è così preoccupante che  il segretario del sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha invocato «immediatamente un provvedimento che consenta a ventimila detenuti di poter trascorrere agli arresti domiciliari tutto il periodo di emergenza Covid sperando che questo ennesimo disastro sia utile per riportare al centro la certezza della pena ed il rispetto delle vittime e dei familiari continuamente calpestati». 

Allo stato, secondo i dati forniti dal Dap, i detenuti positivi in tutta Italia 827, mentre quelli del personale penitenziario sono 1020, con una percentuale di infetti del 2,17% mentre quella nazionale è del 1,27%. Numeri secondo Di Giacomo sono al ribasso: «I dati forniti sembrano essere sottostimati o non aggiornati, infatti, i dati in nostro possesso ci parlano di almeno 200 unità in più».

Differenze numeriche a parte, la fotografia è a tinte fosche. In Campania ci sono 186 detenuti e 195 poliziotti positivi: particolare preoccupazione destano il carcere di Poggioreale con 102 detenuti e 46 poliziotti infetti, e il carcere di Secondigliano con 72 detenuti e 75 agenti infetti. La Lombardia ha 195 detenuti contagiati e 128 agenti positivi (Bollate con 83 detenuti e 13 agenti; San Vittore 50 detenuti e 16 agenti). Il Triveneto conta 124 detenuti e 44 agenti contagiati, quasi tutti concentrati nel carcere di Tolmezzo con 115 detenuti e 16 agenti.

«L’incapacità di arrestare la crescita del virus tra i detenuti ed i poliziotti rende necessario strategie straordinarie per evitare l’imminente collasso del sistema, infatti i casi sono quadruplicati in meno di un mese – commenta Di Giacomo – la mancanza di misure di prevenzione che si sarebbero dovute attivare da parecchi mesi per evitare il dilagare del virus, ora rendono di fatto necessario misure deflattive che prevedano l’uscita di almeno ventimila detenuti». 

venerdì, 20 Novembre 2020 - 15:01
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