Mail per entrare in Tribunale a Napoli, Campora: «Provvedimento inutile, insulso e senza effetto, bene la protesta»

Il Tribunale di Napoli deserto

«Un provvedimento inutile e senza alcun effetto». E’ con queste parole che l’avvocato Marco Campora, candidato alla presidenza della Camera penale di Napoli alle elezioni fissate (salvo rinvii) per dicembre, commenta l’ultimo provvedimento anti-Covid adottato dalla procura generale e dalla presidenza della Corte d’Appello a seguito di un incontro cui hanno partecipato anche il presidente del Consiglio dell’Ordine Antonio Tafuri e il presidente della Camera penale uscente Ermanno Carnevale.

Da martedì 24 novembre sarà consentito l’accesso in tribunale e in procura solo se, per tempo, verrà inviata una mail nella quale si indica il percorso da fare. La procedura riguarda non solo gli avvocati ma anche i magistrati e il personale delle forze dell’ordine non impegnato in servizi di scorta e traduzione.

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«Il decreto da ultimo assunto – si legge in una nota – non cade come un fulmine a ciel sereno ma si innesta all’interno di un percorso che mira – sia pur forse inconsciamente – all’allontanamento degli avvocati dai tribunali. Ad esempio, ben più grave e lesivo del diritto di difesa – rispetto a quello di ieri che, privo di qualsivoglia utilità, si risolve in un ennesimo e inaccettabile adempimento burocratico – è stato senz’altro il provvedimento di alcuni mesi fa, tutt’ora in vigore, che impone un obbligo di prenotazione per recarsi nelle cancellerie a svolgere tutte quelle funzioni essenziali e prodromiche per l’espletamento della funzione difensiva».

«Sono mesi – sottolinea l’avvocato Campora – che siamo costretti a districarci tra conferme di prenotazioni che non arrivano, mail che non vengono lette dai destinatari, atti che riusciamo ad avere solo in extremis pochi giorni o addirittura poche ore prima della celebrazione del processo. E nel contempo, assistiamo incredibilmente ad aule gremite di persone e ad irridenti resistenze per fissare finanche un calendario di udienza con l’indicazione di stringenti fasce orarie. Sovente le udienze iniziano con ingiustificato ritardo con numerosi Avvocati, imputati e testimoni in attesa nelle aule di Giustizia. Ed allora, ben venga la protesta, ben venga la ferma richiesta di revocare l’insulso provvedimento. Ancor più importante sarà, però, richiedere la immediata revoca dell’obbligo di prenotazione per le cancellerie e il rispetto dell’orario di trattazione dei processi», conclude il comunicato.

Contro il provvedimento si era già scagliato ieri l’avvocato Gaetano Balice, anche lui candidato alla presidenza della Camera penale partenopea: il penalista, insieme alla sua ‘squadra’, ha lanciato una petizione per chiedere formalmente alla procura generale e alla presidenza della Corte d’Appello di fare un passo indietro.

sabato, 21 Novembre 2020 - 08:26
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