Mail per entrare in Tribunale a Napoli, Carnevale respinge le accuse e annuncia: «Basterà il tesserino». Replica a Balice

di Manuela Galletta

«Siamo perfettamente consapevoli del clima di amarezza, delusione e sconforto dei nostri colleghi. Lo stravolgimento, personale e professionale, che stiamo vivendo sta lasciando segni profondi. E la seconda ondata di Covid ha incancrenito problemi già esistenti e che tutti speravamo si potessero superare. Tuttavia, a fronte delle enormi difficoltà cui tutti quotidianamente facciamo fronte, è innegabile l’impegno che noi della Camera penale profondiamo senza soluzione di continuità per cercare di evitare conseguenze ancora più dolorose per la vita professionale degli avvocati».

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Ermanno Carnevale, presidente della Camera penale di Napoli, respinge così le accuse che nelle ultime 24 ore sono piovute sul capo della Camera penale a seguito del nuovo regolamento di accesso in tribunale e in procura che istituisce l’invio di una mail da parte di avvocati, magistrati e forze dell’ordine per comunicare il percorso lavorativo da seguire. Moltissimi penalisti hanno bollato il provvedimento adottato dalla procura generale e dalla presidenza della Corte d’Appello di Napoli come penalizzante e mortificante dell’avvocatura e c’è chi si è attivato per raccogliere firme allo scopo di ottenere un dietrofront degli organi competenti. Dietrofront che, comunica oggi l’avvocato Carnevale, vi è in parte già stato dopo un’interlocuzione d’urgenza con gli uffici preposti.

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«Ieri ci siamo immediatamente attivati interloquendo con i capi degli uffici – spiega il penalista Carnevale – e abbiamo chiesto ed ottenuto che per gli avvocati sia sufficiente esibire all’ingresso il tesserino e strisciare sul badge». Per gli avvocati, dunque, non vi sarà più l’obbligo di inoltrare una mail ad un indirizzo peo preposto, procedura che invece resta salva per i magistrati e le forze dell’ordine non impegnate in servizi di traduzione o scorta. «Ad ogni modo – aggiunge Carnevale – voglio chiarire che questo provvedimento non prevede alcuna limitazione o precondizione per accedere al palazzo di giustizia». Una precisazione non casuale. Su questo terreno si è seminata l’indignazione dei penalisti. E di qui ha poi preso vita la ‘petizione’ lanciata dall’avvocato Gaetano Balice, candidato presidente della Camera penale partenopea alle prossime (e imminenti) elezioni, e dalla sua squadra.

Un’iniziativa che non è sfuggita all’avvocato Carnevale, pure lui (ri)candidato presidente: «In questi due anni abbiamo condiviso la nostra esperienza con l’avvocato Balice – sottolinea Carnevale, riferendosi alla circostanza che Balice è stato, sino a poche settimane, segretario della Camera penale – E mai si è registrata una ferma opposizione di Balice alla nostra iniziativa politica anche in questi mesi difficili dovuti all’emergenza Covid. Anzi, quando a settembre si discuteva di accessi con prenotazione, Balice era un convinto fautore del tracciamento».

sabato, 21 Novembre 2020 - 17:41
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