Risultavano al lavoro ma erano impegnati in faccende private, 13 indagati per truffa all’Asl di Aversa: tutti sospesi

I carabinieri all'esterno del 'Vulcano Buono'

Lasciavano sistematicamente il posto di lavoro all’Asl di Aversa (Caserta) per svolgere faccende private facendole risultare “servizi in missione” che poi eliminava dal sistema. E, talvolta, si mettevano anche in straordinario.

E’ quanto hanno scoperto i carabinieri del Nas di Caserta che coordinati dalla procura di Napoli Nord hanno notificato a 13 “furbetti”, dipendenti della struttura pubblica, altrettante misure di interdizione emesse dal gip. I provvedimenti riguardano 7 dirigenti medici (a cui sono state notificate altrettanti sospensioni dall’esercizio dalle pubbliche funzioni) e 6 tecnici amministrativi ed infermieri (a cui è stata notificata la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio).

A tutti viene contestata la truffa al Servizio Sanitario Regionale. Complessivamente sono stati accertati 270 casi di allontanamento illecito, alcuni addirittura quotidianamente. Un dipendente, su 58 giorni di presenza registrati, si sarebbe allontanato illecitamente ben 36 volte. Ad operare le modifiche era l’addetto alla registrazione delle presenze. Le indagini sono iniziate nel 2017, dopo una segnalazione della Direzione Generale dell’Asl di Caserta la quale si era accorta che un dipendente modificava, accedendo al sistema, quasi quotidianamente le sue attestazioni di presenza.

Il Nas ha poi accertato che erano 22 le persone (tra dipendenti e collaboratori) che truffavano l’Asl, alcune delle quali, però, nel frattempo, hanno cessato il rapporto di lavoro con la struttura sanitaria. 

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mercoledì, 25 Novembre 2020 - 12:50
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