Scuola, il ministro Azzolina ‘spinge’ per la riapertura il 9 dicembre ma con gradualità. Le Città metropolitane chiedono garanzie

Lucia Azzolina scuola

Sul tema del ritorno in classe il Governo Conte non riesce a trovare ancora la quadra. Il premier è stato chiaro, lui ‘parteggia’ per la riapertura della scuola a dicembre per ridare un senso di normalità ai ragazzi italiani privati per troppo tempo della socialità in classe, una mancanza che sconteranno in futuro e che preoccupa ma che oggi è collegata ai segnali della curva epidemiologica che in Italia è il parametro essenziale per ristabilire o meno il ritorno a una vita quanto più possibile normale. A portare avanti la sua battaglia per riaprire le aule è il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, che sembra però abbastanza isolata. Il ministro pentastellato spinge per il ritorno in classe il 9 dicembre, per dare almeno un segnale simbolico visto che dopo pochi giorni scatterebbero le vacanze di Natale. Ipotesi alternative sarebbero il rientro il 15 dicembre, altra data più che simbolica perché si tratterebbe di far tornare a lezione gli studenti per appena una settimana prima dello stop natalizio che in Italia scatta tradizionalmente il 23 dicembre, o al massimo il 7 gennaio, ovvero la data solita del riavvio della didattica post vacanze in epoche pre-Covid.

Proprio ieri Azzolina ha incontrato i sindaci delle città metropolitane, 14 in tutto, per chiarire la sua idea di riapertura che consiste, al di là della scelta della data, nell’organizzazione quanto più lineare della didattica in presenza; una organizzazione segnata, sempre secondo la titolare del dicastero all’istruzione, dalla gradualità. Il rientro – ha affermato – deve essere «graduale», quindi non tutti i 3 milioni di studenti delle Superiori torneranno tra i banchi; si ipotizza una percentuale massima consentita del 30% di studenti, con la delega ai dirigenti scolastici sulla scelta di come organizzare questo ritorno in classe. Una ipotesi in linea con quanto già facevano molti presidi prima della chiusura, ovvero l’ingresso contingentato in diverse fasce orarie.

Da parte dei sindaci, la richiesta di garanzie per una riapertura in sicurezza. Per tutti parla il sindaco di Bari, presidente dell’Associazione nazionale comuni (Anci) Antonio Decaro, che ha chiesto sicurezze sui trasporti oltre che lo scaglionamento degli ingressi: «Abbiamo offerto la nostra massima disponibilità a collaborare con il governo: l’obiettivo comune è di riaprire le scuole – ha affermato Decaro –  Un obiettivo con ogni evidenza di interesse dei bambini e dei ragazzi nella duplice ottica di contenere la dispersione scolastica e garantire l’indispensabile socialità assicurata nelle prime classi».

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giovedì, 26 Novembre 2020 - 09:15
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