Rapina di ovuli a un’infermiera spagnola, il ginecologo Antinori condannato a 6 anni di reclusione: la Cassazione chiude il caso

Severino Antinori
Severino Antinori

La carriera di Severino Antinori, ginecologo e discusso ‘pioniere’ della fecondazione assistita, si conclude con una severa sentenza di condanna per la rapina di ovuli a una giovane infermiera spagnola, avvenuta alla clinica Matris di Milano nell’aprile 2016.

Mercoledì sera, 25 novembre, i giudici della seconda sezione della Corte di Cassazione ha confermato l’accusa mossa al medico di avere prelevato, nella primavera di quattro anni fa, i gameti a una ragazza di 23 anni, assistita dall’avvocato Roberta De Leo, che aveva denunciato di essere stata immobilizzata, sedata e poi costretta a subire l’intervento. E con la conferma della contestazione è arrivata anche la condanna, che però rispetto al verdetto d’Appello è stato livellata verso il basso perché gli ‘ermellini’ hanno assolto l’imputato da due capi di imputazione, la rapina del cellulare della giovane e la presunta tentata estorsione (in concorso con un altro imputato, pure lui assolto) ai danni di una coppia di clienti della clinica. Tradotto in numeri, Severino Antinori è stato condannato a 6 anni e mezzo di reclusione contro i vecchi 7 anni e 10 mesi.

Adesso la Suprema Corte dovrà trasmettere gli atti alla Procura generale milanese che, dovrà emettere l’ordine di esecuzione che potrebbe comportare la carcerazione di Antinori, per effetto della legge spazzacorrotti che prevede il carcere per chi debba scontare pene superiori a 4 anni e che contempla il reato di rapina aggravata tra quelli ostativi ai benefici di legge per il condannato. Se così fosse, i difensori del medico, gli avvocati Carlo Taormina, Tommaso Pietrocarlo e Gabriele Maria Vitiello, presenteranno immediatamente istanza di detenzione domiciliare.

Antinori infatti, oltre ad avere 75 anni, è affetto da patologie cardiache e sarebbe quindi un soggetto a rischio soprattutto per via dell’attuale situazione sanitaria. I legali però confidano che il loro assistito non debba di nuovo andare in cella. In ogni caso, nel computo della pena da espiare va scalato il cosiddetto ‘presofferto’, ovvero i circa 5 mesi che il ginecologo ha già trascorso in carcere e agli arresti domiciliari quattro anni fa.

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sabato, 28 Novembre 2020 - 15:45
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