Sciopero della fame e astensione dalle udienze, giudici onorari in rivolta a Palermo e Milano: processi in tilt

giudice martello

Una protesta che unisce Palermo e Milano quella dei magistrati onorari di Tribunale, circa 5mila in tutta Italia, cui è subappaltato, grazie alle proroghe di volta in volta disposte, il 50% delle udienze e l’80% nel primo grado penale monocratico. Una categoria di lavoratori pagata a cottimo 98 euro a udienze e che pure porta sulle spalle il peso della giustizia.

La protesta ha preso le mosse da Palermo dove nei giorni scorsi i got (giudici onorari) e i vpo (vice procuratori onorari) hanno deciso di «rassegnare formalmente nelle mani, rispettivamente del presidente del Tribunale e del procuratore Capo, la propria motivata e sofferta indisponibilità alla prosecuzione del servizio a fare data dal 1 dicembre 2020». Contestualmente due giudici onorari donne inoltre inizieranno lo sciopero della fame. 

«Per noi magistrati onorari, solo rischi e nessuna tutela. Il quotidiano moltiplicarsi di casi di positività al Covid 19 – ha affermato il vice procuratore onorario Giulia Bentley – tra gli operatori del settore giustizia innalza l’asticella del rischio per i magistrati onorari che ogni giorno fronteggiano, come giudici o come pubblici ministeri, udienze monocratiche cariche di fascicoli e di testimoni da escutere».

Got e vpo spiegano di non essere messi nelle condizioni, da parte del legislatore, di potere continuare ad assicurare il «nostro sereno contributo, vista l’assenza totale di ogni forma di tutela; negataci finanche ora e ancora nel ddl di riforma della legge Orlando del 2017, all esame della Commissione giustizia Senato». «E’ amaro constatare che chi dovrebbe sentire l’urgenza e la necessità di approntare anche per i magistrati onorari, che non sono immuni dal Covid, le tutele previste – hanno aggiunto – per ogni lavoratore dello Stato non pare invece intenzionato a farlo: siamo gli unici operatori del settore giustizia privi di tutela in caso di malattia».

A Palermo da domani, martedì 1 dicembre, 40 magistrati giudicanti onorari e altrettanti vice procuratori aggiunti non entreranno in aula fino a dopo il 7 gennaio attuando un’astensione totale che creerà il caos.

La protesta è poi arrivata anche a Milano. La non disponibilità per le udienze comporta un serio contraccolpo visto che lascia un ‘buco’ per almeno cento udienze del tribunale di Milano (dove 16 pm togati sono stati precettati per impedire che saltino i processi nei prossimi giorni). Il procuratore Francesco Greco, convocando una riunione per impedire che la giustizia meneghina vada in tilt, ha pure assicurato la propria partecipazione ai turni se la protesta dovesse continuare lasciando scoperte le udienze.

La giustizia ‘onoraria’ è dunque in guerra e rischia di mettere in ginocchio tutto il comparto. Una guerra aizzata lo scorso 19 novembre dalle dichiarazioni del ministro Alfonso Bonafede che, rispondendo a un’interpellanza proprio sulla questione, ha affermato che la distinzione tra magistratura professionale e onoraria è basata sulla «spontaneità dell’adesione di soggetti impegnati in altre occupazioni e sulla precarietà e temporaneità delle funzioni esercitate» e alla «finalità di contenere il numero dei togati, pena la perdita di prestigio e la riduzione delle retribuzioni della magistratura professionale». Dichiarazione che ha fatto infuriare la categoria in rivolta che ha dunque deciso, a Palermo e a Milano, di incrociare le braccia.

Leggi anche:
– Indennizzi di 1000 e 800 euro e maxi moratoria fiscale: via libera al decreto Ristori quater. Ecco a chi si rivolge
Campania, medici contro De Luca dopo le accuse ad alcuni ‘farabutti’ negli ospedali: «Quei farabutti rischiano la vita»

lunedì, 30 Novembre 2020 - 08:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA