Covid, l’Italia cambia ancora colore: in zona rossa solo l’Abruzzo, da domenica allentamento per tutti | La nuova mappa

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Il premier Conte lo aveva anticipato: «E’ ragionevole pensare che a ridosso del Natale tutte le regioni saranno gialle». E in perfetta linea con la previsione fatta in diretta tv, da domenica 6 dicembre il colore rosso scompare, o quasi, dalla mappa del rischio italiana disegnata dal ministero Salute Roberto Speranza nell’ambito del nuovo piano anti-Covid: Campania, Toscana, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano lasciano il ‘girone’ delle restrizioni più duro e passano in quello ‘arancione’, che darà una boccata d’ossigeno ai negozianti ma continuerà a tenere fermi al palo i ristoratori.

Con queste promozioni, l’Abruzzo si ritrova da sola nella fascia più dura. «Il nostro obiettivo – dice il presidente Marco Marsilio – è passare in zona arancione entro e non oltre l’8 dicembre così da permettere la riapertura dei negozi a pieno regime e nel momento più importante, cioè quando si apre la stagione del Natale».

Contestualmente 6 regioni e la provincia di Trento passano nella zona gialla, quella con le restrizioni più blande anche sul fronte degli spostamenti dei cittadini: Sicilia, Liguria, Lazio, Molise, Sardegna, Veneto e provincia di Trento si aggiungono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria. Il nuovo aggiornamento della ‘mappa’ ci sarà il 18 dicembre, a ridosso del blocco della mobilità che, a partire dal 21 dicembre e sino al 6 gennaio, interesserà tutta Italia indipendentemente dal ‘colore’ della propria Regione: l’ultimo Dpcm ha infatti previsto misure speciali per le festività natalizie. Misure però che non hanno raccolto il grande favore delle Regioni, se non quello della Campania: ieri De Luca si è detto per la prima volta d’accordo con il ‘giro di vite’, anche se poi in serata il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni, abbia insinuato in tv il dubbio che lo ‘sceriffo’ nel ‘chiuso’ della conferenza Stato-Regioni non fosse poi sulla stessa linea del Dpcm. «La Campania? ‘Per la verità la Campania non era così convinta di dare parere positivo al dpcm del governo», ha detto Bonaccini nel corso di una intervista a Titolo V, su Rai 3.

Tant’è, il braccio di ferro tra enti continua. Il governatore calabrese Nino Spirlì ha definito, ieri, le chiusure un «atto quasi criminale» mentre Luca Zaia è convinto ci siano “margini” per convincere il governo («A Natale siamo tutti più buoni e quindi spero in un ravvedimento del governo», ha osservato). Al problema delle famiglie divise se ne aggiunge poi un altro, il rischio esodo di massa dal nord. «Il 19 e 20 dicembre – ha detto il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana – rischiamo di rivedere quello che successe nella notte tra il 7 e l’8 marzo», poche ore prima della chiusura dell’Italia. Un timore che sembrerebbe trovare conferma in un dato: Alitalia ha visto schizzare le prenotazioni con un incremento del 50% tra il 17 e il 20 dicembre.

Tuttavia il Governo non sembra intenzionato a fare un passo indietro e gli scienziati hanno dato il proprio benestare alla linea dura. «Sarebbe bello dire ‘togliamo ogni limitazione, ognuno può tornare alla propria normalità – ha detto Speranza – Ma non diremmo la verità e ci troveremmo a pagare un prezzo enorme». Concorda il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro per il quale bisogna «perseverare con misure di contenimento per abbassare l’incidenza e portarla rapidamente a livelli più sostenibili per tutto il nostro Servizio Sanitario Nazionale».

sabato, 5 Dicembre 2020 - 08:19
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