Memoria infangata: a Francoforte una pizzeria ‘Falcone & Borsellino’. Respinto il ricorso di Maria Falcone, sdegno in Italia

La foto di Tony Gentile all'interno della pizzeria di Francoforte

Quella scritta al neon con una & commerciale tra i due nomi sull’insegna di una ‘pizzeria individuale’ muove qualcosa nell’anima. Un sussulto già solo a guardare la foto del locale di Francoforte che il proprietario, un tedesco, ha deciso di chiamare con i nomi che per gli italiani rappresentano il più alto e tragico esempio di martirio per la lotta alla mafia. Sì, qualcuno ha avuto l’idea (pessima) di chiamare il suo ristorante ‘italiano’ coi nomi dei magistrati trucidati da cosa nostra, Falcone e Borsellino, come fossero un brand dell’italianità nel mondo e non un simbolo (peraltro universale e non solo italico) di un sacrificio che ha squarciato il Paese, che ha dato inizio a una stagione cupissima per il Bel Paese. C’è chi piazza i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sulle vetrine di una pizzeria per puro marketing, infangandone il ricordo e l’opera per la giustizia e le legalità e offendendo tutti gli italiani. Perché violare la memoria dei nostri magistrati eroi è un affronto, un colpo al cuore, una ferita. Costantin Ulbrich, questo il nome dell’imprenditore, ha fatto anche peggio. Ha accostato anche l’immagine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ritratti nella splendida foto di Tony Gentile a quella del protagonista de Il padrino don Vito Corleone, aggiungendo allo sfregio il folklore: buchi di finte pallottole alle pareti, come sulla scena di una sparatoria di mafia. A innescare il caso è stata la sorella di Falcone, Maria, che si è rivolta alla giustizia tedesca per chiedere che fosse inibito l’uso del nome del fratello magistrato e del collega Paolo perché la loro memoria veniva così violata. Il ricorso è stato però respinto dai giudici tedeschi perché  «il giudice ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria», secondo la sentenza del tribunale di Francoforte.  Inoltre, sempre secondo il provvedimento del giudice, sono passati quasi 30 anni dalla morte di Falcone e il tema della lotta alla mafia non è più così ‘sentito’ tra i cittadini. Tutto ciò a dispetto del riconoscimento internazionale fatto all’opera in magistratura di Falcone e Borsellino.

Una decisione, quella del Tribunale teutonico, che ha causato indignazione e polemiche. Indignato si dice Tony Gentile, l’autore di quello scatto che ha fatto il giro del mondo, i due magistrati che sorridono in una delle ultime apparizioni pubbliche insieme prima della loro morte avvenuta il 23 maggio 1992 e il 19 luglio dello stesso anno. «E’ ora di dire basta» dice Gentile, che non è l’unica voce di disappunto. Il ministro della Giustizia Bonafede ha di «una grave e inaccettabile offesa alla memoria di due magistrati che hanno perso la vita per servire il nostro Paese nella lotta a Cosa Nostra». Il Guardasigilli ha dato mandato «ai competenti uffici del Ministero di verificare le condizioni per promuovere le più idonee ed efficaci azioni giudiziarie, in Germania e in Italia, a tutela del prestigio dei giudici Falcone e Borsellino e, dunque, delle istituzioni italiane» e scriverà alla Ministra della Giustizia tedesca, Christine Lambrecht: «Analogamente a quanto avviene in Italia, nemmeno lei può entrare nel merito delle decisioni dei giudici. Ma è giusto che io rappresenti alla ministra l’effetto culturalmente devastante di una sentenza di questo tipo». Per il ministro degli esteri Luigi Di Maio è «come se la mafia fosse un gioco, su cui farci una risata. Non è così. La mafia è una montagna di merda, diceva Peppino Impastato. Siamo sicuri – ha concluso Di Maio – che il popolo tedesco la pensi come noi».  Il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, punta il dito contro «la miopia, anzi la cecità, di chi ancora non ha capito che le organizzazioni mafiose sono un problema internazionale». «Evidentemente – sottolinea Morra rivolto alla giustizia tedesca – la strage di Duisburg non è stata ben compresa nella sua rilevanza semantica. Duro anche il commento del parlamentare del M5S Francesco D’Uva. »Le sentenze, anche quelle degli altri Paesi, – dice – si accettano sempre. Se del caso, si contestano nelle sedi opportune. Ma giusto una cosa voglio dirla: la figura del giudice Falcone è un simbolo della lotta antimafia nel mondo, non solo in Italia».

«È una sentenza che ci addolora molto – ha dichiarato Maria Falcone che ha raccolto attraverso una Fondazione l’opera del fratello –  Proprio nel momento in cui il valore del lavoro e dell’eredità umana e professionale di Giovanni Falcone viene riconosciuto a livello mondiale, un magistrato di un paese che soffre sulla sua carne il pesante ingombro della presenza delle mafie scrive un verdetto simile. Meno di due mesi fa e cito solo l’ultimo di una lunga serie di episodi in tal senso, al termine della Conferenza delle Parti sulla Convenzione Onu contro la criminalità transnazionale riunita a Vienna, è stata approvata all’unanimità da 190 Paesi una risoluzione che riconosce il contributo dato da Falcone alla lotta al crimine organizzato internazionale. Numerosi, inoltre, sono stati i riconoscimenti che alla figura di mio fratello sono stati tributati da istituzioni ed enti di un Paese come la Germania che, nel tempo, ha mostrato grande sensibilità ai temi della mafia e della legalità». La sorella di Falcone ha annunciato che  farà ricorso in appello «contro un provvedimento che riteniamo ingiusto anche alla luce del valore che assume in una città con una fortissima presenza di italiani che ben conoscono il significato della lotta alla mafia». 

Sulla vicenda si è espressa anche l’ambasciata italiana a Berlino: «Riteniamo opportuno sottolineare che molti Italiani si sentono a disagio vedendo il nome e l’immagine di due noti eroi dell’antimafia utilizzati per una pizzeria di Francoforte – si legge in una nota –  per giunta accostati a fotografie che esaltano la mafia. Tale scelta sconcertante si presta a danneggiare l’immagine dell’Italia e soprattutto reca una inaccettabile offesa alla sensibilità dei familiari dei due magistrati e di tutte le vittime innocenti della mafia”, scrive ancora l’ambasciata d’Italia a Berlino. La notizia di tale indebito accostamento offre all’ambasciata d’Italia l’opportunità di esprimere condivisione per le iniziative della professoressa Maria Falcone, tutte volte a sottolineare il valore del sacrificio e della memoria dei due magistrati, che ancora oggi rappresentano un esempio per la società civile e per le tante donne e i tanti uomini delle Istituzioni impegnati nella lotta al crimine organizzato. Si tratta di un impegno comune a Italia e Germania, Paesi che svolgono un ruolo di primo piano nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata Transnazionale (Convenzione di Palermo)». Poi il testo, intitolato ‘Comunicato dell’Ambasciata a tutela del valore del sacrificio e della memoria dei Magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino’, conclude ricordando che «entrambi i Paesi sono stati tra i 190 firmatari della risoluzione, che riconosce il contributo dato da Falcone, approvata all’unanimità il 16 ottobre scorso a Vienna alla riunione plenaria della Convenzione sulla lotta alla criminalità organizzata transnazionale».

Su quanto accaduto a Francoforte si è infine pronunciata anche l’Associazione nazionale magistrati esprimendo «disappunto» per le argomentazioni del tribunale di Francoforte: «Sono affermazioni che disorientano e offendono la memoria di Giovanni Falcone, svilendo il senso esemplare di un impegno impareggiabile per l’affermazione dei valori fondamentali di ogni società democratica. Il contrasto della criminalità mafiosa, per cui Falcone e Borsellino hanno dato la vita, è tema di grande attualità, e nelricordo di quei grandi magistrati si rinnova e si rafforza l’adesione ai principi di democrazia, giustizia e libertà, patrimonio comune dell’Europa dei diritti e delle libertà».

 «L’esperienza professionale di Giovanni Falcone – continua la nota –  condivisa in unità di intenti e di azione da Paolo Borsellino, le loro brillanti intuizioni su nuovi metodi investigativi e la consapevolezza della dimensione globale del fenomeno mafioso hanno contribuito a formare parti importanti della normativa sovranazionale sul contrasto alle forme più gravi della criminalità che costituisce un tassello fondamentale della costruzione dello spazio giudiziario europeo. Falcone e Borsellino sono un capitolo della storia comune del nostro tempo, che oltrepassa i confini nazionali e che non tollera considerazioni, specie di organi giudiziari, non sostenute da questa necessaria consapevolezza. La memoria è dovere civico e impegno culturale di tutte le Istituzioni dell’Unione per l’affermazione, senza cedimenti, dei valori comuni in cui crediamo».

lunedì, 7 Dicembre 2020 - 10:12
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