Vasto, ipotesi autocombustione per l’esplosione nella fabbrica di esplosivi: 3 operai morti mentre spostavano razzi

Le immagini dall'alto del luogo dell'esplosione di Casalbordino, riprese dai vigili del fuoco

La Procura di Vasto ha aperto un fascicolo di indagine sul disastro di Casalbordino, il Comune di 6mila anime in provincia di Chieti dove l’esplosione nella Sabino Esplodenti, storica azienda specializzata nel recupero di armi ed esplosivi, ha causato la morte di tre lavoratori. Gli inquirenti devono far luce su quanto accaduto intorno alle 14.15 di ieri, quando i tre operai Carlo Spinelli di 54 anni, Paolo Pepe di 45 e Nicola Colaneo di 45, tutti residenti nella zona, sono stati investiti dalla deflagrazione mentre stavano spostando una cassetta di razzi di segnalazione per il soccorso in mare. La prima ipotesi è che si sia trattato di autocombustione, ovvero l’accensione in apparenza spontanea di materiale combustibile che si scatena di solito quando si verificano condizioni particolari di pressione o temperatura.

Al momento, si sa che i tre lavoratori nella fabbrica che ha 70 dipendenti e che da 50 anni si occupa di armi ed esplosivi e smaltimento di munizione e mine, stavano spostando la cassetta dei razzi; un’operazione di routine, che tre lavoratori esperti effettuavano seguendo tutti i protocolli del caso. Eppure stavolta la cassetta ha ‘preso fuoco’, lasciando nessuna speranza di sopravvivenza alle vittime nonostante l’intervento dei colleghi. L’area in cui opera lo stabilimento è di circa 20 ettari ed è stata subito evacuata. Conseguente anche l’interruzione del traffico sulla statale 16 e della linea ferroviaria fino alle 19 di ieri per ragioni di sicurezza, evacuate anche alcune abitazioni e stazioni di servizio. Agli artificieri, che da ieri sono al lavoro, il compito di comprendere il motivo dell’innesco che ha generato la deflagrazione fatale.

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martedì, 22 Dicembre 2020 - 10:18
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