Lavoro, il Covid spazza via 300mila imprese e annessi posti di lavoro. Sangalli: «Servono indennizzi adeguati»


Una carneficina. Il Covid-19 non s’è portato via solamente vite umane ma ha travolto pure un numero impressionante di imprese, lasciando senza lavoro e senza prospettive migliaia e migliaia di famiglie. Alla fine dell’anno, stimano Confcommercio (che ha elaborato i dati Unioncamere e Movimprese) e i Consulenti del lavoro con due diversi report, in Italia ci saranno 305 mila imprese in meno, con quasi 390 mila aziende che hanno chiuso i battenti e solo 85 mila nuove nate. E nel 2021, con la fine del blocco dei licenziamenti, rischiano di scomparire il 10% dei posti di lavoro nelle piccole e medie imprese.

Numeri impressionanti, che dimostrano come i ristori messi a disposizione dal Governo in questo anno ormai alle porte non siano serviti a granché. Tra i settori più colpiti, nell’ambito del commercio, vi sono abbigliamento e calzature (-17,1%) (17mila aziende chiuse), ambulanti (-11,8% -22mila aziende) e distributori di carburante (-10,1% -1.779); nei servizi di mercato le maggiori perdite di imprese si registrano, invece, per agenzie di viaggio (-21,7% -3.939), bar e ristoranti (-14,4%, -57.401) e trasporti (-14,2% -23.266). La percentuale vola poi per tutta la filiera del tempo libero con la sparizione, secondo i dati di Confcommercio di 1 impresa su 3: le aziende del settore attività artistiche, sportive di intrattenimento segnano un -31,7% (-23.931 aziende). E, alla cessazione delle aziende, si aggiungono i numeri dei lavoratori autonomi: si stima la chiusura per circa 200mila professionisti tra ordinistici e non ordinistici, operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento e altro. L’anno quindi potrebbe chiudersi con uno stop per mezzo milione di attività.

Alla chiusura delle attività corrisponde ovviamente una contrazione dei posti di lavoro che, secondo i consulenti, nei settori più interessati come i servizi ricreativi, culturali e sportivi, supererà il 15%. «Il 2020 si chiude con un bilancio drammatico per il nostro sistema produttivo colpito dal Covid», dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. «Quasi mezzo milione tra imprese e lavoratori autonomi potrebbero chiudere l’attività. Oltre all’indispensabile vaccino sanitario, c’è bisogno del vaccino economico, cioè indennizzi finalmente adeguati al crollo dei fatturati e l’utilizzo di tutte le risorse europee per rimettere in modo l’economia del nostro Paese».

martedì, 29 Dicembre 2020 - 08:00
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