L’ultimo pressing di Renzi su Conte alla vigilia del voto sulla Manovra: Recovery plan «collage raffazzonato, senz’anima»

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Il Recovery plan proposto dal premier Giuseppe Conte è un «collage raffazzonato, senz’anima». Matteo Renzi salta subito alla giugulare del presidente del Consiglio dei ministri e lo fa nel giorno in cui la Manovra, approvata domenica sera alla Camera, approda in Senato per l’ultimo step da concludersi entro il 30 dicembre, pena l’esercizio provvisorio.

Un atto di forza, quello del leader i Italia Viva, compiuto nel tentativo di fare digerire al Movimento Cinque Stelle proposte che sino a questo momento hanno incontrato non poche resistenze: dalla rinuncia alla delega ai Servizi, allo ius culturae per gli universitari stranieri, al Mes. E così, come già accaduto in passato, Renzi minaccia lo strappo, ci va vicino, sperando così di riuscire a portare a casa parte dei risultati che si era prefisso. Neanche la scelta dei tempi è casuale: il Governo traballa al Senato da tempo e l’imminente voto della Manovra viene usato da Renzi come arma per ottenere rassicurazioni subito, in vista dei dialoghi che poi vi saranno a gennaio sul Recovery plan. Certo, Renzi – nella conferenza stampa tenutasi ieri 28 dicembre – ha anticipato il voto favorevole alla Manovra ma ha sempre accompagnato la presa di posizione favorevole ad una bastonata nei confronti degli alleati: «E’ tecnicamente uno scandalo che il Senato abbia 48 ore per la legge di Bilancio».

Martedì al ministero dell’Economia Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola vedranno le delegazioni di Pd e M5s, mercoledì Leu, Iv e Autonomie per preparare il terreno del confronto, prima di un incontro plenario con tutti i partiti. Solo dopo, forse a cavallo dell’Epifania, Conte convocherà il Consiglio dei ministri sul Recovery. Se intesa ci sarà, potrebbe essere un primo tassello di un più ampio accordo di governo, che potrebbe passare da un rimpasto “pilotato”, che eviti una crisi al buio dall’esito – concordano tutti i partiti – imprevedibile. Ma se non ci sarà intesa, continua a minacciare Renzi, «faranno senza Iv».

Dunque, non resta anzitutto che osservare il corso della Manovra. Questo pomeriggio, 29 dicembre, il testo approderà in Aula in seconda lettura per la discussione generale. Dopodiché l’Aula ai aggiornerà a mercoledì mattina alle 9 per la discussione sulla fiducia e le dichiarazioni di voto. La prima chiama dovrebbe iniziare intorno alle 11.30.

martedì, 29 Dicembre 2020 - 01:12
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