Ha preso il via ieri (giovedì 7 gennaio), nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, il processo di appello sulla cosiddetta strage del bus ad Avellino precipitato la sera del 28 luglio del 2013 dal viadotto Acqualonga, nel tratto avellinese dell’autostrada A16 Napoli-Canosa. L’incidente provocò 40 vittima e 8 feriti.
L’udienza è stata scandita dalla lettura della relazione da parte del giudice a latere che si è protratta per tre ore, dai motivi di appello presentati dalla Procura di Avellino avversi all’assoluzione dei vertici di Autostrade per l’Italia (come l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci) e con i motivi di appello delle difese, tra gli altri, degli imputati Gennaro Lametta (difeso dall’avvocato Sergio Pisani) e Antonietta Ceriola (difesa dall’avvocato Preziosi). In primo grado Lametta, titolare titolare dell’agenzia di viaggi Mondo Travel che noleggiò il bus, fu condannao a 12 anni; 8 anni vennero inflitti invece a Antonietta Cariola, funzionaria della Motorizzazione di Napoli.
La prossima udienza è stata fissata dalla presidente Domenica Miele il prossimo 28 gennaio: prevista la lettura dell’appello presentati dai difensori dei dipendenti di Aspi condannati: Nicola Spadavecchia e Gianluca De Franceschi (6 anni), Paolo Berti, Michele Renzi, Bruno Gerardi e Gianni Marrone (5 anni). In primo grado venne assolto l’altro funzionario della Motorizzazione Civile di Napoli imputato, Vincenzo Saulino, per il quale la Procura irpina aveva chiesto 6 anni e mezzo di carcere.
venerdì, 8 Gennaio 2021 - 08:30
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