I processi di oggi in pillole: il crac della Popolare di Bari, la strage di Bologna e il disastro ambientale imputato all’ex Ilva

giudice martello

Bari – Un’aula adeguata a contenere le migliaia di richiedenti parti civili, coi rispettivi avvocati (oltre 200), ancora non è stata trovata. E così l’udienza in programma per oggi sul crac della Banca popolare di Bari sfuma in un nulla di fatto: il Tribunale di Bari, presidente Marco Guida, ha preso atto dell’impossibilità di procedere nell’attuale location, l’aula bunker di Bitonto, rispettando le misure anti-Covid ed ha aggiornato i lavori al 15 febbraio sperando che per quella data si trovi una sistemazione che consenta lo svolgimento del processo in sicurezza. Nei giorni scorsi il ministero ha dato l’ok per l’utilizzo del multisala Showville, per il quale però mancano ancora alcuni passaggi burocratici. Nel processo sono imputati gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale, accusati di aver falsificato per anni i bilanci e i prospetti e di aver ostacolato l’attività di vigilanza di Bankitalia e Consob. Hanno chiesto di costituirsi circa 3 mila parti civili, azionisti, Regione Puglia, Comune di Bari e associazioni, rappresentate da oltre 260 avvocati. Proprio l’elevato numero di parti ha costretto gli uffici giudiziari a cercare una sede alternativa che potesse contenerli tutti nel rispetto delle norme anti-Covid.

Taranto – Nel processo per il presunto disastro ambientale causato dall’ex Ilva in corso a Taranto, il Codacons ha presentato oggi alla Corte d’Assise una istanza di confisca della fabbrica e sollecitato l’ascolto di alcuni testimoni ritenuti “essenziali”, come il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. L’associazione di consumatori sollecita anche l’ascolto in aula della pediatra Annamaria Moschetti (presidente della Commissione Ambiente dell’Ordine dei Medici di Taranto), «allo scopo di fornire la prova – sottolinea in una nota – che proprio nel latte materno erano presenti le sostanze tossiche emesse dall’acciaieria e, quindi, dare un colpo definitivo alle tesi degli imputati secondo cui tutti, eccetto l’Ilva, hanno inquinato l’aria di Taranto». Infine, il Codacons chiede di «sentire anche la mamma del bambino morto di tumore poche settimane fa, ultima vittima innocente del veleno che copre la città». Dal dibattimento, secondo l’associazione, è emersa «la certezza che l’ex Ilva ha emesso sostanze tossiche; che è causa o concausa dei danni alla vita dei cittadini, dei decessi e delle malattie riconducibili all’inquinamento». Sulle richieste del Codacons la Corte d’Assise deciderà nella prossima udienza del 13 gennaio, per consentire a un avvocato della difesa, oggi impossibilitato ad essere presente, di interloquire sulle istanze.

Bologna – Nulla di fatto, oggi, all’udienza preliminare sull’ultimo filone di inchiesta relativo alla strage di Bologna del 2 agosto del 1980 che provocò 85 morti. Sul banco degli imputati ci sono Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale, ritenuto un esecutore della Strage, in concorso con i Nar condannati e con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi (tutti deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato); l’ex generale del Sisde Quintino Spella e l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel, accusati di depistaggio; Domenico Catracchia, amministratore di condominio di immobili in via Gradoli a Roma accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini. La procura ha presentato le motivazioni della sentenza che il 9 gennaio dello scorso anno ha portato alla condanna all’ergastolo di Giliberto Cavallini, ex terroristi dei Nar, da parte dei giudici della Corte d’Assise di Bologna; ha depositato la richiesta di misura cautelare nei confronti di Bellini e il provvedimento di rigetto del Gip Francesca Zavaglia. La difesa degli imputati ha, dunque, chiesto i termini a difesa per visionare il materiale. inoltre l’avvocato del 91enne Spella, Luisa Granata, ha presentato un certificato medico che attesta le gravi condizioni di salute del suo assistito, chiedendo il legittimo impedimento. Il giudice dell’udienza preliminare Alberto Gamberini ha deciso di attendere fino al primo febbraio per decidere, eventualmente, di stralciare la posizione di Spella nel caso le sue condizioni di salute non migliorassero. Nella scorsa udienza si sono costituiti parte civile i familiari delle vittime, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna e l’Avvocatura dello Stato. 

lunedì, 11 Gennaio 2021 - 16:55
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