Parler, il social della destra oscurato da Google e Apple. Da oggi è offline, da un giorno si era iscritto anche Salvini

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La vera guerra del Terzo Millennio si sta mostrando con chiarezza negli ultimi giorni. E’ la battaglia dei social che, da puro intrattenimento negli ultimi anni si sono trasformati in palcoscenico per l’informazione e la politica, con la deriva che ne consegue mancando una regolamentazione precisa della materia. Due i casi più eclatanti e che, complice quanto accaduto a Washington con l’assalto al Congresso arrivato dopo alcuni tweet discutibili del presidente uscente Donald Trump, si sono incrociati. Da un lato le piattaforme più note, Facebook e Twitter, che silenziano gli account del presidente uscente; dall’altro il social antitetico a Twitter su cui Trump voleva trasferirsi, Parler, che viene di fatto oscurato.

Parler è un sito di microblogging creato da John Matze e Jared Thomson nel 2018 in Nevada che ben presto di è trasformato nel ‘raduno social’ dell’ultra destra, e in generale della destra non solo statunitense (ultima adesione, risalente a ieri, quella di Matteo Salvini, leader della Lega). Si propone come alternativa a Twitter e a Facebook, accusati di reprimere la libertà di espressione e per questo utilizzato come mezzo di comunicazione soprattutto da chi è di destra. Ad oggi, non è più possibile scaricarlo sul proprio telefonino perché è stato ‘cancellato’ sia da Google Play che da Apple, in attesa di un adeguato sistema di sorveglianza e moderazione dei contenuti. I proprietari hanno dunque deciso di metterlo offiline. Secondo le accuse mosse a Parler (si pronuncia alla francese, significa ‘parlare’), ospiterebbe messaggi insurrezionali e incitazioni alla violenza, proprio quelli che hanno spinto Fb e Twitter a bannare Trump dalle proprie piattaforme. In attesa di trovare altre piattaforme di trasmissione, Parler oggi è oscurato.

John Matze ha annunciato che farà causa alle società di Big Tech, colpevoli di avere silenziato una voce libera, ma dovrebbe essere un tentativo inutile visto che queste società sono private e decidono autonomamente chi accogliere o meno. Uno scontro non solo tra mezzi di comunicazione, ma soprattutto di carattere politico. Da un lato la destra e i trumpisti che accusano la nascita di un regime illiberale che cancella una voce ‘fuori dal coro’, dall’altra chi sostiene che piattaforme come Parler siano pericolose perché danno libero sfogo a messaggi controversi che incitano alla violenza. Di sicuro una battaglia non da poco, visto il peso politico che hanno oggi i social media.

lunedì, 11 Gennaio 2021 - 10:33
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