Zona rossa ‘automatica’, l’ipotesi del Governo spaventa le Regioni. Conte prepara il primo Dpcm dell’anno: le novità


Sarà nuovo terreno di scontro tra Governo e Regioni il prossimo Dpcm con cui, superata la delicata fase delle feste di Natale, ci si prepara a definire misure e restrizioni anti-Covid dal prossimo 16 gennaio. A far capire che il clima è ancora una volta agitato è stato il presidente dei governatori, Stefano Bonaccini, che, a nome dei colleghi delle altre Regioni, ha chiesto che non passi la linea emersa nelle ultime ore, quella di un Governo intenzionato a seguire le richieste dell’Istituto Superiore della Sanità e a stabilire che la zona rossa scatti automaticamente se l’incidenza settimanale dei casi supera i 250 casi ogni centomila abitanti. «Quel limite – ha detto Bonaccini – non l’ha chiesto nessuna Regione e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni». La matassa verrà dipanata oggi con l’incontro tra il ministro Boccia e le Regioni, durante il quale verranno illustrate le ipotesi al vaglio per la nuova stretta post-natalizia. Tra quelle che potrebbero confluire nel provvedimento che è il primo Dpcm del 2021, una stretta particolare sulla Movida arrivata dopo gli ultimi episodi di assembramenti e feste illegali, con divieto per l’asporto dai bar a partire dalle 18 e l’estensione del divieto di spostamento tra regioni anche nelle zone gialle, così come avvenuto dalle feste di Natale ad oggi. Ma sul tavolo c’è anche la possibilità di istituire una zona bianca, seppur difficile da raggiungere (servirebbe un Rt sotto 0.5), in cui poter riaprire tutto senza limitazioni.

Sul tavolo, appunto, anche la possibilità di far scattare automaticamente la zona rossa nel caso si superasse il limite dei 250 contagiati per 100 mila abitanti. Una raccomandazione, perorata dagli scienziati, che però potrà vedere la luce solo dopo il confronto di oggi e solo dopo il passaggio in parlamento del ministro della Salute, Roberto Speranza, in programma il 13 gennaio.

L’intenzione di Palazzo Chigi sarebbe quella di seguire le raccomandazioni di Istituto Superiore di Sanità e Comitato Tecnico Scientifico per varare il nuovo provvedimento che entrerà in vigore il 16 gennaio: se l’incidenza settimanale dei casi supera i 250 casi ogni centomila abitanti, la Regione è automaticamente in zona rossa. Un’ipotesi che, con i dati attuali, metterebbe il Veneto in zona rossa (con i suoi 453,31 casi) e l’Emilia-Romagna di poco fuori (242,44 casi). Dati comunque suscettibili ad altri cambiamenti nel corso dei giorni. Il governo cercherà di trovare un’intesa, ma appare chiara la volontà di stringere le maglie anche, e soprattutto, per evitare la temuta terza ondata e contenere i contagi che, oggi, hanno registrato oltre 18 mila nuovi casi e 361 vittime, con un incremento del tasso di positività salito al 13,3%. Per questo nel nuovo Dpcm non dovrebbe cambiare la norma che prevede la possibilità una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni) di andare a trovare amici o parenti.

Nel provvedimento, oltre alla scuola, entrerà molto probabilmente anche la proroga della chiusura degli impianti da sci, che al momento dovrebbero riaprire il 18 gennaio. L’unica cosa certa al momento è che il nuovo provvedimento – al quale sarà affiancato un Dl per estendere il divieto di spostamento tra le regioni – continuerà a prevedere le zone colorate e il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Smentita invece la possibilità di istituire i weekend arancioni: le giornate di sabato e domenica, dunque, avranno le stesse limitazioni delle zone di appartenenza. Resteranno ancora chiuse palestre e piscine, così come teatri, musei e cinema. Intanto da oggi, quando riapriranno le scuole superiori in sole tre regioni (Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo), quasi tutta Italia tornerà in zona gialla, eccezion fatta per Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto che resteranno in arancione. Per tutti, però, varrà il divieto di spostamento tra regioni, salvo che per esigenze lavorative, motivi di salute o rientro nelle proprie abitazioni, domicili o residenze. Gli ultimi cinque giorni prima del nuovo Dpcm e dei nuovi dati del monitoraggio che potrebbero rivedere dunque colori, divieti e limitazioni.

lunedì, 11 Gennaio 2021 - 09:07
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