Napoli, DeMa parla già da aspirante governatore della Calabria. E sfregia la rivoluzione arancione con il rimpasto

De Magistris
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris (foto Kontrolab)

E’ un cumulo di macerie quel che resta della rivoluzione arancione avviata ormai dieci anni fa da Luigi De Magistris. Con il dodicesimo rimpasto di Giunta arrivato ieri, e il 36esimo cambio di assessori, il sindaco di Napoli prossimo a lasciare il ruolo di primo cittadino per imbarcarsi nell’avventura delle Regionali in Calabria, cambia definitivamente il volto di un’esperienza che aveva entusiasmato ai suoi albori la politica cittadina, o quantomeno sembrava averla rinnovata. Si avvia invece verso la conclusione tra siluramenti e implosioni, soprattutto nel gruppo di DeMa, la lista dell’ex pm. Persino la pupilla di De Magistris, l’assessore Alessandra Clemente, tirata sempre in ballo dal sindaco come suo successore sullo scranno più alto di palazzo San Giacomo, esce dal nuovo rimpasto di Giunta con le ossa rotta. Logica avrebbe voluto che De Magistris  affidasse a lei negli ultimi mesi che restano prima delle elezioni, che dovrebbero svolgersi – pandemia permettendo – nella tarda primavera prossima, il ruolo di vicesindaco in vista di una possibile e più volte ribadita candidatura alle Comunali. Non è stato così. Ieri ha annunciato che suo vicario sarà Carmine Piscopo, segretario DeMa e assessore all’Urbanistica che subentra a Enrico Panini. E anche per quest’ultimo il rimpasto suona come una sorta di sfiducia perché alle stellette di vicesindaco De Magistris sostituisce quelle di capo di gabinetto della Città metropolitana. Non certo una promozione, accolta però senza polemiche dal diretto interessato. Meno diplomatica Monica Buonanno, fatta fuori dall’assessorato al Welfare, che ha deciso di disertare la cerimonia in Sala dei Baroni. Entrano in Giunta invece Marco Gaudini di Davvero, con delega ai Trasporti e il sindacalista Giovanni Pagano, con deleghe al Lavoro. Le deleghe di Monica Buonanno, invece, saranno divise tra Annamaria Palmieri e Francesca Menna. Un rimpasto che scontenta persino la maggioranza, dunque. Con Mario Coppeto di Sinistra in Comune che parla di «rimpasto inutile» in cui si è creato un «organigramma politico» piuttosto che di gestione di questa delicata fase per Napoli e l’Italia, con l’onta del siluramento di Panini e Buonanno («svolta poco utile e sbagliata»). Malumori pure tra le fila di quel che resta di DeMa.

Un rimpasto non indolore, che il sindaco ha voluto però trasformare anche nel proprio palcoscenico. Confermando indiscrezioni che vanno avanti da settimane, l’ex magistrato ha confermato che sta riflettendo seriamente sulla candidatura in Ca,abria, dove le Regionali si svolgeranno l’11 aprile prossimo, e che tra qualche giorno darà la conferma ufficiale della propria intenzione per correre per la presidenza della Regione cui è legato affettivamente (la moglie è calabrese e lì ha vissuto per anni in ragione del suo ruolo di giudice). Una apertura che dà l’idea del periodo schizofrenico che vive la politica a Napoli, città governata da un sindaco che è già proiettato verso un altro obiettivo politico (peraltro non c’è incompatibilità tra la candidatura alle Regionali e il suo attuale ruolo) e che cambia il volto della Giunta ignorando i mal di pancia della sua maggioranza. Ieri, con pubbliche dichiarazioni, De Magistris parlava già da aspirante governatore calabrese. Sullo sfondo, le macerie politiche di una città.

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mercoledì, 13 Gennaio 2021 - 09:29
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