Napoli, accoltella alla gola la ex fidanzata: carcere per il 17enne. Il generale La Gala alle donne: «Denunciate»

Abusi

Il finto abbraccio e la coltellata. Il 17enne che martedì mattina ha ferito la ex fidanzata in piazza del Plebiscito a Napoli resterà detenuto nell’istituto di pena minorile di Nisida. E’ quanto stabilito dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli all’esito dell’udienza di convalida del fermo. Il ragazzino ha sferrato tre fendenti contro la ex, colpendola alla gola.

«Ho avuto un raptus di gelosia», ha spiegato ai carabinieri subito dopo essere stato fermato. Avrebbe potuto uccidere, ma per fortuna Simona se l’è cavata con tre ferite lacero-contuse e una prognosi di dieci giorni. Medicata all’ospedale Pellegrini, è anche tornata a casa. Vincenzo, invece, dovrà fare i conti con ciò che ha fatto. Con quell’aggressione scoppiata per l’incapacità di accettare la fine della relazione durata poco più di tre anni. Quando Simona lo ha lasciato, lui ha iniziato a telefonarle con insistenza, l’ha aspettata sotto casa, ai Quartieri Spagnoli. E’ arrivato persino a pedinarla. Si era convinto che la ragazzina avesse un nuovo fidanzato e a tutti i costi voleva sapere di chi si trattasse.

Un’ossessione. Che l’altra mattina è sfociata nel sangue. Vincenzo ha atteso Simona in Piazza del Plebiscito, le si è avvicinato fingendo di volerla abbracciare e invece l’ha accoltellata alla gola. Ad arrestare il ragazzino, che si era dato alla fuga ed è stato poi rintracciato a Forcella, sono stati i carabinieri, impegnati oggi – come spiega il generale Canio Giuseppe La Gala, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli – in iniziative finalizzate a promuovere l’instaurazione di un rapporto di fiducia con le vittime, per facilitare il dialogo e incoraggiare la denuncia. «E’ per questo che stiamo diffondendo una campagna di sensibilizzazione da parte dalle Stazioni e Tenenze Carabinieri, capillarmente distribuite sul territorio, che costituiscono parte integrante del tessuto sociale. In ognuno dei Comandi è stato affisso un poster con il quale si invita alla denuncia, ricordando il valore della vicinanza dell’Arma che è sempre dalla parte del cittadino», sottolinea il generale.

«Nel caso di specie, si parla di amori adolescenziali, quelli che appaiono come destinati all’eternità, ad essere gli ‘amori della vita’. Qui è di fondamentale importanza il ruolo dei genitori – incalza il generale -. L’appello che mi sento di rivolgere, dunque, non arriva solo dalla voce di un Generale dei Carabinieri, ma da quella di un papà. E mi rivolgo alle famiglie, sensibilizzando tutti a raccogliere quei piccoli cenni di malumore, quei segnali di insofferenza dei propri cari. Anche se spesso insignificanti possono essere sintomo di un malessere che va affrontato immediatamente, prima che sia troppo tardi, prima cioè che si trasformi in tragedia. La nostra uniforme, indossata anche da padri e madri, vuole rappresentare una figura rassicurante, presente. Per questo Vi invito a denunciare, a non trattenere il dolore e le ansie. Siamo dalla vostra parte, sempre».

giovedì, 14 Gennaio 2021 - 17:51
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