Ok della Camera alla fiducia: a Conte bastano 6 voti in più. Crepa nel blocco di Italia Viva: 3 deputati non si sono astenuti

Il premier Giuseppe Conte

Il risultato era scontato. Giuseppe Conte non temeva sicuramente scivoloni a Montecitorio, dove il risultato delle votazioni non era in dubbio, essendo in realtà il passaggio in Senato il vero e pericoloso banco di prova per il Conte bis. E così è stato: con 321 voti, solo 6 in più rispetto alla soglia di maggioranza assoluta (259 no, 27 astenuti), dopo una lunghissima e tesissima giornata, è passata la fiducia e Conte supera in scioltezza la prima tappa della due giorni verso il Conte ter. La votazione, come prassi, si è svolta in maniera palese (ciascun deputato sfila davanti al banco della presidenza dichiarando il voto ad alta voce).

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Prima di dare il via alle votazioni, Conte aveva avuto modo di replicare agli interventi fiume seguiti al suo discorso (durato 55 minuti). Altri venti minuti per catalizzare la giornata politica sul progetto politico che verrà. Un progetto «ben preciso e articolato – ha dichiarato – che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere».

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«Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere – ha continuato – dipende il futuro del paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro che propongo nella sede più istituzionale e rappresentativa del Parlamento. Dopo quanto successo il 6 gennaio in America, siamo consci che le nostre democrazie vanno difese con i fatti e con le parole, e noi leader abbiamo un compito: non ci possiamo permettere, come successo negli Stati Uniti, di alimentare la tensione».

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La maggioranza richiesta era di 315 voti, meno dei 316 normalmente richiesti perché il quorum si è abbassato dopo le dimissioni di Pier Carlo Padoan che ha lasciato il Parlamento il 4 novembre scorso per assumere l’incarico nel board di Unicredit e non è stato ancora sostituito a Montecitorio. A favore della fiducia a Conte ha votato, a sorpresa, l’ex governatrice del Lazio Renata Polverini, che ha contestualmente annunciato l’addio a Forza Italia. Mentre non tornano i conti sugli astenuti: i deputati di Italia Viva, che ha annunciato appunto l’astensione, sono 30 ma gli astenuti sono 27: mancano 3 voti.

Archiviato il voto a Montecitorio, che andrà comunque analizzato per comprendere se da qui spirino venti a favore di Conte per il passaggio in Senato, è a Palazzo Madama che i giochi si faranno duri.

lunedì, 18 Gennaio 2021 - 21:15
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