Appalti, arresti domiciliari per capo ufficio tecnico di due comuni sanniti. I pm: gestione privatistica della cosa pubblica

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La procura della Repubblica di Benevento

Una gestione «quasi privatistica della cosa pubblica» da parte di un funzionario entrato in servizio da appena un mese e che, nonostante ciò, avrebbe abusato del proprio ruolo per favorire ditte e persone vicine. Il funzionario è Nicola Russo, ingegnere 49enne, arrestato questa mattina dai carabinieri di Benevento e del Nipaf sannita su ordinanza del gip beneventano, al termine di una indagine coordinata dalla procura del capoluogo del Sannio. Titolare dell’area tecnico urbanistica – lavori pubblici sia nel Comune di Cusano Mutri che di Durazzano, l’uomo è accusato di abuso di ufficio, falsità ideologica e materiale in concorso. Si trova ai domiciliari.

Violando la normativa su appalti e contratti pubblici e ledendo il principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, il funzionario avrebbe secondo gli inquirenti dopo appena un mese dal proprio insediamento a capo dell’Ufficio tecnico, procurato al legale rappresentante di una cooperativa di servizi ambientali di San Giorgio del Sannio un ingiusto profitto, affidando in maniera diretta dei lavori relativi alla gestione e manutenzione dei depuratori del Comune di Cusano Mutri, omettendo di valutare un’offerta più vantaggiosa presentata da altra ditta.

In particolare, per evitare di ricorrere alle procedure concorsuali maggiormente concorrenziali, avrebbe «frazionato artificiosamente l’originario appalto unitario dell’importo di 75mila euro oltre Iva, approvando – si legge nella nota della Procura – in assenza di adeguata motivazione, un nuovo capitolato speciale di appalto della durata annuale con un corrispettivo annuo in euro 25mila per poi affidare il servizio di gestione dei depuratori alla indicata Cooperativa e prorogandolo illegittimamente per due anni».

Un altro presunto abuso di ufficio viene contestato inoltre rispetto ad un appalto per la realizzazione di un impianto di distribuzione del gas naturale dell’importo di oltre 8 milioni di euro In questo caso, accusano gli inquirenti, il pubblico ufficiale, in combutta con l’amministratore unico di una società cooperativa di Pomigliano e un imprenditore di Cusano, avrebbe aggiudicato l’opera e stipulato il contratto di appaltoin assenza della certificazione antimafia, attestandone falsamente l’esistenza; inoltre, in violazione del bando e disciplinare di gara, sarebbe stato stipulato un contratto di subappalto con l’imprenditore locale, genitore di un assessore dell’amministrazione comunale che aveva peraltro approvato il progetto esecutivo relativo al Project Financing affidato alla ditta aggiudicataria.

L’indagine ha consentito infine di «accertare molteplici condotte illecite poste in essere soprattutto nel settore dell’edilizia, concretizzatesi nel rilascio di più titoli autorizzativi illegittimi da parte del responsabile dell’area tecnica-lavori pubblici dei Comuni di Cusano Mutri e di Durazzano, sulla base di atti istruttori ideologicamente falsi, propedeutici e funzionali al rilascio dei permessi».

Più nello specifico è emerso come il pubblico ufficiale abbia rilasciato molteplici permessi a costruire per nuove costruzioni in realtà realizzate parecchi anni prima oppure concessioni in sanatoria per abusi in realtà non sanabili, ora omettendo di compiere idonea istruttoria, ora suggerendo agli istanti il contenuto, mendace, delle dichiarazioni rese dagli stessi e dai tecnici nei propri elaborati, artatamente predisposti al fine di creare un presupposto formale e legale che consentisse di condonare gli abusi edilizi.

martedì, 19 Gennaio 2021 - 15:20
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