Crisi, finale thriller a Palazzo Madama: ‘Var’ per 2 senatori. Conte la spunta con 156 voti ma è un bagno di sangue


Al termine di una giornata infinita, iniziata con il discorso del presidente del Consiglio al Senato alle 9 del mattino, il Governo ottiene la fiducia. Senza maggioranza assoluta e con una ‘vittoria’ tirata per i capelli, giocata su astenuti, ‘tradimenti’ e persino una moviola in campo. Un inizio con handicap per il Conte ter, che a questo punto dovrà già fare i conti con un destino precario. Alla fine su 313 presenti, 156 senatori appoggiano Conte, 140 sono contro, 16 gli astenuti (tutti di Italia Viva).

Non bastasse la drammaticità del momento, con un Governo appeso ai numeri risicati del Senato, è arrivato il finale thriller per la votazione sulla fiducia a Palazzo Madama. Colpa di una ‘chiama’ chiusa forse troppo presto dalla presidente del Senato Casellati Stampa; il senatore ex Cinque Stelle Lello Ciampolillo viene registrato come assente, ma si era solo temporaneamente allontanato, protesta, avrebbe voluto votare (ed esprimere il no, come anticipato in giornata): invoca dunque di potersi esprimere e Casellati Stampa, stoppando l’ufficializzazione del voto, chiede di guardare il video della chiamata di Ciampolillo. Stessa situazione per Riccardo Nencini (Psi).  Insomma, in questa convulsa giornata in Senato, alla fine è stata necessaria addirittura la Var, come in una partita di calcio. Visionati i filmati, gli ‘arbitri’ del Senato fanno rivotare Ciampolillo e Nencini che votano entrambi sì.  Una questione che potrebbe sembrare di lana caprina ma non lo è: con una sopravvivenza appesa a una maggioranza striminzita, uno o due voti in più o in meno contano soprattutto per le ripercussioni politiche sulla tenuta di Conte.

Il Governo alla fine la spunta, ma solo grazie al voto a favore a sorpresa di due senatori di Forza Italia (Maria Rosaria Rossi, ex fedelissima del cerchio magico di Silvio Berlusconi, e Andrea Causin, entrambi già espulsi dal partito), ai tre sì dei senatori a vita e all’astensione dei senatori di Renzi (che contribuiscono all’abbassamento del quorum e lanciano all’esecutivo il salvagente della maggioranza relativa. Per il premier  è una vittoria di Pirro perché lascia sul campo di battaglia la dignità politica della maggioranza giallorossa, umiliata da un risultato stentato, giocato su numeri risicati. Con queste premesse, il Conte ter nasce già debolissimo. E sono in molti a immaginare che, date queste premesse, già domani Giuseppe Conte – che ha lasciato anzitempo Palazzo Madama prima di conoscere il risultato – salirà al Quirinale per conferire con Sergio Mattarella.

martedì, 19 Gennaio 2021 - 22:40
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