Morì cadendo dal balcone di un hotel in Spagna, la Cassazione annulla l’assoluzione dei due imputati

martina rossi
Martina Rossi, la studentessa 20enne di Genova morta il 3 agosto 2011 precipitando da un balcone di un hotel di Palma di Maiorca in Spagna

La storia di Martina Rossi poteva essere destinata a finire nel dimenticatoio della giustizia. Invece ieri, sulla vicenda della ragazza di Genova morta dopo il volo dalla terrazza di una stanza d’albergo di Palma de Maiorca in cui stava trascorrendo le vacanze con le amiche, è arrivato il ribaltamento dei giudici della Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha infatti deciso che il processo di Appello, in cui i due unici imputati per la sua morte sono stati assolti, vada rifatto. Assoluzioni annullate, il cammino giudiziario per scoprire la verità sulla tragica scomparsa di Martina riprende: Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, che secondo la pubblica accusa causarono la morte di Martina dopo una tentata violenza sessuale, dovranno ricomparire dinanzi i giudici del secondo grado.

Un verdetto che conforta i genitori di Martina, ventenne al momento della morte, figlia unica e adorata di Bruno Rossi e Franca Murialdo che, grazie alla loro insistente campagna per avere verità e giustizia, sono riusciti a superare il muro della giustizia spagnola, che rubricò la morte della ragazza come un fatale incidente, per portare il caso dinanzi alla giustizia italiana. Prima della decisione della Cassazione, i due genitori avevano anche avviato una petizione che ha raggiunto in pochi giorni ben 80mila firme.

Era il 3 agosto del 2011 e Martina, insieme a due amiche, stava vivendo la sua prima vacanza all’estero da sola. Studentessa universitaria di Architettura a Milano, ragazza dipinta da chi la conosceva bene come tranquilla e per bene, Martina quel giorno di dieci anni fa cadde dal balcone della stanza dell’hotel dei due imputati. Vanneschi e Albertoni furono condannati in primo grado a sei anni per morte come conseguenza di altro reato e tentato stupro: secondo l’accusa Martina cercò di sfuggire alla loro aggressione sessuale e scappando sarebbe caduta, nel tentativo di raggiungere la sua stanza, accanto a quella dei due ragazzi oggi trentenni, passando dal balcone perché la porta della stanza in cui si trovava era stata chiusa.

In primo grado il Tribunale di Arezzo aveva condannato i due ragazzi, mentre in appello, lo scorso 9 giugno, sono stati assolti, con prescrizione dell’imputazione per morte come conseguenza di altro reato. Sentenza impugnata dalla procura generale di Firenze per “indizi non valutati”, “motivazione contraddittoria” e “valutazione frazionata e priva di logica degli indizi”.

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venerdì, 22 Gennaio 2021 - 09:15
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