Renzi rottama Conte: no al nuovo incarico. Pd e M5s all’angolo giocano la carta del mandato esplorativo a Roberto Fico

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E’ ancora Matteo Renzi il deus ex machina della crisi. Dopo averla aperta, indicando la strada delle dimissioni ai suoi ministri e spingendo il premier fino al baratro della fiducia al Senato, ieri ha posto il (quasi) definitivo veto sul Conte ter. Quasi definitivo perché non tutte le strade sarebbero chiuse per cercare di tenere in piedi la maggioranza attuale ed evitare il ritorno alle urne degli italiani prima della scadenza naturale della legislatura tra due anni. L’ipotesi che sarebbe valutata dal presidente Sergio Mattarella, che in questi giorni sta tenendo le consultazioni con le forze politiche, sarebbe – secondo le ricostruzioni giornalistiche – quella di un nuovo mandato esplorativo. Considerato che davanti a Giuseppe Conte si è di nuovo alzato il muro di Italia Viva, l’idea sarebbe quella di affidarlo al presidente della Camera Roberto Fico, ovvero quella personalità terza indicata dall’ex sindaco di Firenze, che possa verificare la sussistenza delle condizioni per tenere insieme la maggioranza.

Le parole di Renzi, una volta uscito dall’incontro con Mattarella, sono state una doccia gelata per Conte, che delle intenzioni dell’ex alleato aveva comunque avuto un’avvisaglia durante una telefonata di 30 minuti. Telefonata di Conte a Renzi poco prima che l’ex rottamatore salisse da Mattarella, per un confronto a viso aperto, come ha raccontato il Corriere della Sera, ma che a quanto pare non ha disteso i rapporti e cambiato di molto le intenzioni del senatore di Rignano.

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 Renzi sa di essere l’unico a poter tenere in vita l’attuale maggioranza e gioca, ancora una volta, le sue carte, scoprendole pochissimo. Difende in primis la scelta di aprire la crisi e gli attacchi di chi la derubrica a questione di ‘poltrone’, ricorda che è mancata una discussione dei contenuti, poi indica la soluzione della crisi secondo Iv: «Siamo pronti a impegnarci se è una maggioranza e se politica, no se raccogliticcia e se populista – ha dichiarato – Attendiamo di capire nelle prossime ore se la valutazione è voler coinvolgere Italia Viva e nel caso discutere delle idee. Abbiamo subito 15 giorni di fango perché siamo stati gli unici a porre problemi di merito. Noi non ci siamo prestati alla guerra del fango. Il punto fondamentale per noi oggi è dire che siamo pronti ad appoggiare un governo istituzionale o politico, con larga preferenza per quest’ultimo, ma questa proposta politica necessita il passaggio ulteriore di capire se vogliono stare o no con noi. Devono confrontarsi con noi, non con gli hashtag. Poi discuteremo delle persone. Io non vedo altra maggioranza politica che non contempli Italia viva».

Renzi si senti dunque ancora ago della bilancia, e in effetti lo è. Conte sa di non avere i numeri e che il tentativo di racimolare appoggi si è trasformata in un circo Barnum tra Lonardo che non aderisce agli Europeisti perché vuole aggiungere il simbolo della sua lista e Luigi Vitali che prima molla e dopo poche ore riabbraccia Forza Italia. Arrivati a questo punto, Partito democratico (salito ieri al Colle) e Movimento Cinque Stelle (che sale oggi, venerdì 29 gennaio), dovranno prendere loro malgrado atto della situazione, del fatto che Renzi tiene in pugno la maggioranza e agire di conseguenza. Una delle azioni consequenziali è appunto il mandato esplorativo a Fico, ‘amico’ della sinistra, o al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per tentare l’ultima carta: per un nuovo incarico a Conte.

venerdì, 29 Gennaio 2021 - 07:58
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