La condanna della sindaca di Torino, Chiara Appendino, per i fatti di piazza San Carlo, ha provocato una reazione corale e immediata dei sindaci italiani: in 3605, nello spazio di poche ore, hanno sottoscritto un appello del presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per sollecitare il parlamento a una revisione del Tuel (Testo unico degli enti locali). Tra loro i sindaci di Comuni grandi e piccoli, del Sud e del Nord, amministratori di ogni orientamento politico: dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, a quello di Milano, Beppe Sala, dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a quello di Cagliari, Paolo Truzzu, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Aderiscono i sindaci di tutti i capoluoghi, da Monza (Dario Allevi) a Novara (Alessandro Canelli) da Prato (Matteo Biffoni) a Messina (Cateno De Luca), a Lecce (Carlo Salvemini).
Tantissime le firme di sindaci di Comuni piccoli e piccolissimi, piemontesi e sardi, abruzzesi e veneti, siciliani e lombardi. Tra loro anche il sindaco di Chiuduno e responsabile degli enti locali della Lega, Stefano Locatelli, e il sindaco di Valdengo e vicepresidente vicario dell’Anci, Roberto Pella. A cui si aggiunge l’invito ai colleghi under 36 del coordinatore nazionale di Anci Giovani e sindaco di Montecatini Terme, Luca Baroncini .
Non una semplice iniziativa di solidarietà, quindi, ma una chiamata all’azione. ¥Non chiediamo immunità o impunità – è scritto nell’appello – non dubitiamo del lavoro dei magistrati e rispettiamo il dolore dei parenti delle vittime. Ma domandiamo: possono i sindaci rispondere personalmente e penalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono essere condannati per aver fatto il loro lavoro?».
A dare la stura alla ‘rivolta’ delle fasce tricolori è stata la condanna del sindaco di Torino Chiara Appendino per i fatti di piazza San Carlo; la prima cittadina del capoluogo piemontese è stata condannata con rito abbreviato a un anno e sei mesi (pena sospesa) per i fatti che avvennero la notte del 3 giugno 2017 nella piazza in cui si erano radunati migliaia di tifosi per assistere alla finale di Champions tra la Juventus e il Real Madrid. Alcuni balordi, condannati in un altro procedimento, spruzzarono dello spray al peperoncino scatenando una baraonda: le persone, impaurite e forse pensando a un attentato, iniziarono a scappare dalla piazza che si trasformò in una trappola. Due donne persero la vita, 13 persone rimasero gravemente ferite. Sotto processo, oltra alla banda di rapinatori, finì anche il sindaco di Torino con altri 4 imputati, anche loro condannati, che secondo l’accusa avrebbero dovuto garantire la sicurezza della piazza e non lo fecero in maniera adeguata.
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lunedì, 8 Febbraio 2021 - 08:47
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