Un ministero in cambio del sì: così Draghi placa il M5s. Ok al voto su Rousseau, rivolta dei ribelli: «Una manipolazione»

firme M5s

<<Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?>>.

E’ questo il quesito che il Movimento Cinque Stelle pone ai suoi iscritti sulla piattaforma Rousseau. Sarà possibile votare dalle 10 alle 18 di oggi, giovedì 11 febbraio. Dopo la sospensione imposta di fatto dal garante M5s Beppe Grillo (le consultazioni online avrebbero dovuto svolgersi il 10 e l’11 febbraio), arriva il via libera. Uno sblocco arrivato dopo una serie di confronti tra il comico genovese e il premier incaricato Mario Draghi, dal quale, come spiegato sul Blog delle Stelle, è giunta una serie di rassicurazione sulle priorità programmatica e intoccabili dei pentastellati. Tra queste, la creazione di un Ministero della Transizione ecologica, l’intoccabilità del reddito di cittadinanza e la riforma della prescrizione venuta fuori dall’accordo con Pd e Leu. In verità Mario Draghi, come consueto durante le consultazioni e assecondando la sua proverbiale riservatezza, non ha dato conferme ufficiali al sì alla svolta green, ma è indirettamente arrivata dopo le consultazioni di ieri con il Wwf, la cui presidente Donatella Bianchi, diventando ambasciatrice delle volontà dei Cinque Stelle, ha confermato che durante l’incontro era venuto il sì dell’ex presidente Bce al super dicastero ambientalista.

Sul Blog delle Stelle l’annuncio delle votazioni

Nonostante l’ampia premessa al quesito, che ha il senso di placare gli animi più riottosi rispetto alla fiducia a Draghi, le voci di dissenso si fanno ancora sentire e anche ufficialmente. Tredici parlamentari M5s hanno scritto in un documento che il quesito su cui votare «è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del M5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza». Nella nota definiscono la votazione «tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5s al Governo Draghi». Una ribellione guidata dietro le quinte da Alessandro Di Battista, contrario dalla prima ora ad una maggioranza super allargata con Draghi premier. Una ribellione contro la quale provano a frapporre il muro della ragionevolezza i big del Movimento. Come Luigi Di Maio, che in diretta Facebook spiega che da iscritto voterà sì a Draghi «convintamente». «Non esiste una maggioranza senza di noi – dichiara –  Semplicemente disimpegnarci dal governo vuol dire non dare una maggioranza e un governo a questo Paese. Dobbiamo partecipare al governo per difendere quello che abbiamo ottenuto e spendere bene quello che abbiamo conquistato», ha aggiunto riferendosi tra le altre cose al Recovery Fund. E poi l’ex premier Giuseppe Conte (che non fa parte dei pentastellati ma ne è ormai ‘spirito guida’): «Se fossi iscritto a Rousseau – ha detto –  voterei sì perché ci sono tali urgenze che comunque è bene che ci sia un governo».

Non è noto quando Draghi salirà al Colle per sciogliere la riserva (e presentare la lista dei ministri) ma è ragionevole pensare che solo allora parlerà.

giovedì, 11 Febbraio 2021 - 08:10
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