Dramma a Cinque Stelle: lasciapassare su Rousseau a Draghi ma è strappo coi ribelli. Di Battista fuori: «Mi faccio da parte»

Alessandro Di Battista

Il voto su Rousseau che doveva servire a calmare gli animi più oltranzisti contro il Governo Draghi ha dato invece vita al più doloroso strappo nella storia del Movimento Cinque Stelle. Il sì all’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce frantuma la già labile tenuta del movimento di Beppe Grillo e Davide Casaleggio; il 59,3% degli iscritti alla piattaforma (oltre 44mila voti su 70mila) hanno approvato il quesito posto dai vertici per sondare la base su una fase controversa per i pentastellati e il risultato, come c’era da aspettarsi, è stato devastante. Il primo a fare le valigie è Alessandro Di Battista che attende la chiusura delle urne virtuali e la proclamazione del risultato per dissociarsi dal Movimento che ha contribuito a fondare e andare via sbattendo la porta.  «Accetto la votazione ma non posso digerirla – dice Di Battista in un video di quattro minuti che ha ricevuto 45mila like e oltre 25mila commenti fino a ieri sera,  postato sulla sua pagina di Facebook  – Da tempo non sono d’accordo con le decisioni del Movimento 5 Stelle e ora non posso che farmi da parte».

Dico in assoluta onestà che le decisioni si rispettano e si accettano e io le accetto ma non riesco a digerirle, la mia coscienza politica non ce la fa. Da tempo non sono d’accordo con le scelte del Movimento e mi faccio da parte, non parlerò più a nome del Movimento perché oggi il Movimento non parla a nome mio. Posso mettercela tutta come in passato per difendere certe scelte, ma stavolta non riesco o superarla». Indigeribile, per il ‘Dibba’, la partecipazione di Forza Italia nel nuovo esecutivo e il benservito dato all’ex premier Conte. Da parte di Di Battista anche il grazie a Beppe Grillo («gli sono grato») e un in bocca al lupo ai suoi colleghi.

Ovviamente la reazione dei vertici all’esito delle consultazioni online è diametralmente opposta. «La democrazia del Movimento passa per il voto degli iscritti che è vincolante – commenta il reggente Vito Crimi –  Il lavoro più difficile ora sarà esprimere questo mandato che ci hanno dato gli iscritti. Siamo pronti a metterci al lavoro e a disposizione del presidente incaricato».

«La responsabilità è il prezzo della grandezza. Oggi i nostri iscritti hanno dimostrato ancora una volta grande maturità, lealtà verso le istituzioni e senso di appartenenza al Paese. In uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il MoVimento 5 Stelle sceglie la strada del coraggio e della partecipazione, ma soprattutto sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi» ha invece commentato su Facebook Luigi Di Maio. «In uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il MoVimento 5 Stelle sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi».

«Questa scelta è un’assunzione di responsabilità e segna l’apertura di una nuova fase in questa legislatura» scrive invece  il presidente della Camera, Roberto Fico.

Resta ora da vedere cosa accadrà. Se il Movimento uscirà frantumato, come sembra, da questa decisione affidata a Rousseau e che per alcuni tradisce la storia di un partito di protesta fattosi partito di palazzo. Alessandro Di Battista ha un seguito anche in parlamento, che potrebbe manifestare il proprio peso abbandonando la casacca stellata. Già in 13 parlamentari nei giorni scorsi hanno diffuso una nota esprimendo la distanza dalle posizioni pro-Governo Draghi. Nelle prossime ore potrebbe verificarsi la tanto temuta scissione. E si dovrà capire quali eventuali ripercussioni, un eventuale esodo di parlamentari, avrebbe sul nuovo esecutivo.

venerdì, 12 Febbraio 2021 - 08:03
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