Draghi, orgoglio repubblicano: «Siamo il Governo del Paese, senza aggettivi. L’unico nemico da battere è il virus»


Mario Draghi richiama lo «spirito repubblicano» nel discorso con cui questa mattina ha chiesto la fiducia al Senato. Discorso chiaro, durato un’ora (più di quanto ci si aspettava) da uomo abituato ad avere a che fare con il pragmatismo dei numeri; quella del nuovo premier è stata una presentazione sobria come nel suo stile, costellata da decine di applausi e qualche boato di dissenso, e un paio di gaffe proprio sui numeri (per esempio quello sui ricoveri in terapia intensiva). Un discorso che vuole sgombrare il campo dalle perplessità per un esecutivo multicolor, che assembla partiti dal Pd alla Lega, e mette a tacere ogni anelito sovranista dei neo alleati del Carroccio (il cui vice Giorgetti siede accanto a lui in cravatta verde) con un passaggio ricco di riferimenti storici e di aplomb sulla sovranità che, fuori dall’Ue, è solo ‘solitudine’.

Non è mancato un passaggio, in apertura, per il predecessore Giuseppe Conte in cui lo ha ringraziato per quanto fatto durante la pandemia, passaggio accolto dagli applausi della ex maggioranza e da una accennata standing ovation e da qualche boato da destra.

«E’ nostro dovere e mio per primo – dice Conte – combattere la pandemia e salvaguardare le vite degli italiani. E’ una trincea in cui combattiamo tutti insieme, in cui il virus è l’unico nemico. Il pensiero solidale va a chi soffre per le conseguenze economiche della pandemia, ci impegniamo affinché possano tornare alla normalità, ci impegniamo a informare tempestivamente i cittadini su ogni cambiamento di regola».

 Il biglietto da visita di Draghi è il pensiero ai cittadini e alle imprese, dunque, con un rimando breve alle polemiche sulle scelte intempestive sulla chiusura degli impianti sciistici. Poi il passaggio sulla natura del suo Governo, non un esecutivo raffazzonato ma, semplicemente, un «Governo del Paese» che «non ha bisogno di aggettivi» e che «esprima la responsabilità di tutta la politica verso i cittadini».

Draghi cita Cavour, padre dell’Unità d’Italia, e lo sforzo di ricostruzione post bellico che vide in campo ogni schieramento subito dopo la Seconda guerra, e spiega: «Questo non è, come si è detto, il fallimento della politica. Non c’è alcun passo indietro rispetto alle singole identità ma semmai un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione per il bene dell’Italia. Si deve lavorare insieme senza pregiudizi e senza rivalità. L’Espressione più alta nella storia italiana si è tradotta spesso in scelte coraggiose, visioni che sembravano impossibili».

«Non si deve perdere tempo – continua Draghi –  non lesinare sforzi contro pandemia e crisi economica e noi chiamati a governare siamo solo cittadini italiani onorati e consapevoli del compito. Questo è lo spirito repubblicano del nostro governo», un governo che non deve, aggiunge, «sprecare tempo».

mercoledì, 17 Febbraio 2021 - 10:57
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