Giuseppe Conte faro nella tempesta del M5s: sarà capo politico. Grillini dilaniati tra espulsioni, neo gruppi e class action

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte (foto Kontrolab)

E’ tornato docente universitario, ma si presume che lo sarà ancora per poco tempo. E’ arrivato infatti il via libera dei big del Movimento Cinque Stelle e l’imprimatur di Beppe Grillo in persona, per la nomina di Giuseppe Conte a capo politico dei pentastellati. A pochi giorni dalle consultazioni su Rousseau per la modifica dello statuto, che avevano determinato il passaggio dalla figura di capo politico (oggi ancora Vito Crimi) alla governance-direttorio a cinque, arriva una nuova svolta che potrebbe far crollare subito la nuova struttura dirigente. L’ex premier ha detto sì, secondo le indiscrezioni giornalistiche, alla proposta di guidare un partito mai come in questi giorni in tempesta. Ha incontrato Grillo, ricevuto la benedizione dei potentati grillini e, mentre torna a tenere lezione all’Università di Firenze dove è titolare di cattedra, prepara il ritorno in politica in testa al Movimento Cinque Stelle che lo ha voluto premier quando nessuno lo conosceva e lui stesso non aveva alcuna esperienza politica pregressa. E chissà che Conte capo politico possa essere un balsamo sulle ferite aperte all’interno del Movimento. Tra espulsioni, mal di pancia e class action, i grillini vivono una fase storica difficile.

Gli espulsi
La ferita più lacerante è quella che riguarda i parlamentari espulsi per aver votato contro la fiducia al Governo Draghi. In ballo c’è addirittura una class action con cui al momento 10 parlamentari, 7 senatori e 3 deputati, intendono ricorrere contro la cacciata. Seguiti dall’avvocato Daniele Granara, i ricorrenti intendono rivolgersi agli organismo interni di Camera e Senato ma anche al Tribunale invocando la violazione dell’articolo 67 della Costituzione, che pone il divieto di vincolo di mandato. Norma ‘ignorata’ dallo statto pentastellato, che invece prevede l’espulsione per chi, in sintesi, vota contro le linee guida dettate. Allo stato, comunque, manca uno step fondamentale: le espulsioni non sono state ancora notificate. In attesa, i senatori e i deputati espulsi sono già passati nel Gruppo Misto e, a Palazzo Madama, si è costituito anche una nuova componente.

L’alternativa c’è
L’alternativa c’è è il nome dato alla componente costituita da 6 senatori ex grillini in Senato, la cui istanza di costituzione è stata presentata alla presidente Casellati che dovrà decidere sulla ammissibilità con la Giunta per il regolamento. Lo riferisce il senatore Mattia Crucioli che in un post spiega il collegamento con il simbolo dell’Idv e l’obiettivo del futuro gruppo. «Purtroppo il regolamento del Senato è meno chiaro di quello della Camera; nel tentativo di non dare appigli a chi potrebbe avere interesse a osteggiare la nascita di una forza coordinata di opposizione, abbiamo abbinato alla denominazione scelta per la nostra componente anche il riferimento di un partito che ha partecipato alle scorse elezioni, l’Italia dei Valori, che si è dimostrata disponibile a supportarci e con cui condividiamo le battaglie per la legalità e la lotta alle mafie» dice Crucioli.

giovedì, 25 Febbraio 2021 - 09:42
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