Campania, dopo l’ordinanza De Luca i genitori No Dad scrivono a Draghi: «Qui la scuola è trattata peggio di una ludoteca»


«Mario Draghi ascolti il grido di dolore dei bambini e dei ragazzi campani». E’ il senso della lettera che i genitori No Dad del Coordinamento Scuole Aperte Campania hanno inviato al premier per accendere i riflettori sulla situazione scolastica nella Regione. Da oggi, primo marzo, e fino al 14 marzo, tutte le scuole resteranno chiuse per ordinanza del governatore De Luca. Una situazione cui le famiglie contrarie alla didattica a distanza risponderanno, hanno preannunciato, con ricorsi al Tar e che sottopongono all’attenzione del Governo attraverso questa lettera a Draghi, indirizzata anche a numerosi ministri, in primis al ministro dell’Istruzione, Bianchi: «Vogliamo che arrivi al Governo il grido di dolore dei bambini e dei ragazzi della Campania che ormai da un anno non vanno più a scuola».

Nella lettera i genitori e i docenti afferenti al Coordinamento Scuole Aperte Campania scrivono: ‘«Una delle regioni più popolose d’Italia, con i più alti tassi di abbandono scolastico e con irrisolte problematiche di carattere sociale ed economico, si è presa il lusso di considerare la scuola come un servizio aggiuntivo e superfluo, meno importante anche di una ludoteca. Ci siamo rivolti alle autorità giudiziarie e siamo anche riusciti a riportare in classe i nostri ragazzi, tuttavia, in Campania le sentenze sono carta straccia».

  Diversi in questi mesi, i ricorsi contro le ordinanze regionali e di alcuni Comuni presentati dal Coordinamento per ottenere la riapertura delle scuole. Ricorsi vinti e a seguito dei quali ad esempio lo scorso primo febbraio si era avuto il ritorno in classe degli studenti delle superiori, in Dad in Campania dal 16 ottobre 2020. «Far valere i propri diritti è considerato – prosegue la lettera – solo un fastidio ad opera di una classe di genitori buontemponi ed irresponsabili».

lunedì, 1 Marzo 2021 - 15:24
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