L’affare delle mascherine fake, indagato anche ex ministro. Arcuri respinge i sospetti: «Nessuna promessa o incarico»


I camici e le mascherine che la Protezione civile del Lazio distribuì al personale sanitario durante il primo lockdown non erano a norma. L’ente era stato truffato da fornitori pagati ad aprile, in anticipo, in base al decreto per l’emergenza Coronavirus, per ottenere 5 milioni di mascherine e 430mila camici che però erano garantiti con una falsa certificazione. Con queste accuse ieri tre imprenditori sono finiti agli arresti domiciliari, accusati di frode in pubbliche forniture e truffa aggravata. La Guarda di Finanza che ha eseguito gli arresti ha anche sequestrato beni per 22 milioni di euro.

I coinvolti
Agli arresti sono finiti Vittorio Farina e Domenico Romeo, imprenditori. Nei loro confronti le accuse sono, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata in relazione e traffico di influenze illecite. Secondo gli inquirenti (l’inchiesta è coordinata dalla Procura di Roma: procuratore aggiunto Paolo Ielo e pm Rosalia Affinito) avevano i contatti giusti per ottenere le forniture pubbliche. Indagati anche l’ex ministro dell’Agricoltura ed ex senatore Francesco Saverio Romano e l’imprenditore Roberto De Santis che secondo i pm sarebbero stati pagati per mettere in contatto gli indagati con i responsabili delle Protezioni civili di Lazio e Sicilia. Romano respinge le accuse, dichiarando che la sua è stata una regolare consulenza.

L’indagine è stata iniziata dopo una segnalazione dell’agenzia Regionale della Protezione Civile del Lazio in base alla quale rispetto ai contratti sottoscritti, che prevedevano la consegna di dispositivi di protezione individuale marcati e certificati CE, la società Aleksic di Milano, che fino al mese di marzo 2020 era attiva soltanto nel settore dell’editoria, avrebbe fornito documenti di enti che non potevano rilasciare attestazione specifica e poi, per aggirare il problema e consentire di sdoganare la merce proveniente dalla Cina, avrebbe prodotto falsi certificati di conformità forniti da Romeo.

L’inchiesta
«L’attività tecnica – scrive il gip nell’ordinanza – ha evidenziato il quadro relazionale di cui Farina si avvantaggia nello svolgimento della sua attività di procacciatore di affari per conto della Ent Srl. L’imprenditore vanta rapporti con personaggi noti, come Roberto De Santis, l’ex senatore Romano, soggetti per il tramite dei quali riesce ad avere contatti con pubblici amministratori che in questo periodo si occupano delle forniture pubbliche di dispositivi medici e di protezione individuale». «Farina – continua – nell’interloquire con Aleksic ha mostrato la sua soddisfazione nell’aver ottenuto la promessa, verosimilmente dal commissario per la per l’emergenza covid Domenico Arcuri (che non risulta indagato nel procedimento ndr), di inserire la Ent tlc Srl, quale fornitore sussidiario rispetto a Luxottica Spa e Fca spa per l’approvvigionamento di un ingente quantità di mascherine chirurgiche da destinare alle scuole».

L’ex commissario
Respinge nettamente le accuse Arcuri, da alcuni giorni non più commissario all’emergenza che ribadisce: «Nessun affidamento, promessa o incarico alla società e alle persone coinvolte». Nell’ordinanza si afferma che il 3 settembre 2020 «in occasione di un ulteriore viaggio a Roma, Farina è riuscito ad incontrare il commissario straordinario Domenico Arcuri, come sembra emergere dai puntuali aggiornamenti effettuati da Farina ad Aleksic. In una intercettazione Farina spiega: ‘Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell’acquisto (…) la dovrebbe fare oggi, oggi la deve fare e oggi pomeriggio ci deve fare l’ordine'”. In relazione all’inchiesta, nella quale da conversazioni tra gli indagati pubblicate risulta citato l’ex Commissario all’Emergenza Covid, peraltro estraneo alle indagini e probabilmente ancora una volta oggetto di traffico di influenze illecite – sottolineano dalla struttura dell’ex Commissario Arcuri- riteniamo utile precisare che né la società European Network Tlc né le persone coinvolte nelle indagini, hanno ricevuto alcuna promessa, alcun affidamento o alcun incarico dall’ex Commissario o dalla Struttura commissariale». «La società, come tante altre – concludono gli uffici di Arcuri – aveva inviato diverse proposte a nessuna della quali è stato mai dato alcun seguito dalla struttura stessa».

giovedì, 4 Marzo 2021 - 08:22
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