Deve rimanere in carcere e non essere trasferita in un luogo di cura come richiesto dai suoi legali, la 41enne Patricia C. che lo scorso 7 marzo avrebbe ucciso la piccola Edith, sua figlia, di appena 18 mesi. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano Carlo Ottone De marchi convalidando il fermo; il giudice ha contestualmente disposto la misura cautelare del carcere, dunque la donna resterà a San Vittore, l’istituto di pena milanese in cui è ristretta dal giorno in cui la bimba è stata rinvenuta senza vita nella casa in cui abitava con la mamma a Cisliano. Gli atti sono stati poi trasmessi alla Procura di Pavia per competenza territoriale.
La piccola Edith, stando a quanto sinora emersa, è morta per soffocamento, come ha confermato l’autopsia compiuta sul suo corpicino presso l’istituto di Medicina legale dell’Università di Pavia. La donna, dopo averla uccisa, inviò un messaggio all’ex marito con cui si stava separando, scrivendo «Chiama la polizia, Edith non c’è più». Altri messaggi, vergati però su fogli di carta, sono stati ritrovati in casa e confermerebbero l’ipotesi drammatica che la madre abbia ucciso la bimba avuta con l’ex. Con quest’ultimo, i rapporti erano difficili. L’arrestata nei mesi scorsi ha denunciato presunti maltrattamenti, cui lui ha risposto querelandola per diffamazione e calunnia. Una situazione complessa, esplosa con l’uccisione di Edith, incolpevole vittima.
Nel corso dell’interrogatorio dinanzi al gip, Patrizia C. si è avvalsa della facoltà di non rispondere, sceglienfo di non rendere spontanee dichiarazioni ma, come riporta Ansa, limitandosi a scrivere qualcosa su un foglio. Secondo la difesa, la soluzione per la donna doveva essere il trasferimento in un luogo di cura in ragione anche del fatto che subito dopo il fatto, ricoverata per lievi ferite all’ospedale di Magenta, le era stato diagnosticato un momentaneo stato dissociativo, come riporta ancora l’agenzia. Il giudice ha però deciso per il carcere.
giovedì, 11 Marzo 2021 - 08:44
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