Esame avvocato, Cartabia: «Quiz umilianti per i candidati, pronti a fare correzioni». Ancora in forse le date delle prove

Marta Cartabia

Se sulla modalità dell’esame di abilitazione di avvocato ai tempi del Covid sono stati messi dei punti fermi, sulle date di svolgimento delle particolari prove c’è ancora un punto interrogativo. E’ quanto emerso ieri in Commissione Giustizia della Camera durante l’audizione del Guardasigilli Marta Cartabia. E’ possibile che l’esame, in programma dal 13 al 15 aprile prossimi, slitti di qualche settimana ma non oltre perché l’intenzione, ha sottolineato il ministro, è «arrivare a luglio con i primi orali fatti».

Già, gli orali. In via del tutto straordinaria per questa sessione – che era quella (poi annullata di dicembre 2020) – le tre prove scritte sono state soppresse, ché tenere insieme per tre giorni 26mila candidati non avrebbe consentito il rispetto delle necessarie misure di sicurezza ai tempi del Covid. Così si procederà solo con una speciale formula di esame orale, scelta fatta – ha sottolineato il ministro – per non svilire l’esame.

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Il guardasigilli, infatti, ha spiegato anche il perché le prove scritte non siano state sostituite dai quiz, come qualcuno aveva proposto: «Tutti, a partire da me, volevamo escludere delle forme di valutazione degli aspiranti avvocati che fossero al ribasso. Semplificate le procedure, adattate al contesto sì, ma nessuno voleva che questo potesse significare uno stemperamento della prova di esame. Per questo si sono escluse fin dall’inizio forme che io trovo anche irrispettose verso gli avvocati: i quiz a scelta multipla, facili da fare, facilissimi e per certi aspetti anche molto oggettivi, ma secondo me umilianti per un aspirante avvocato».

E, allora, spazio a due prove orali, l’una consistente nella soluzione di un caso di diritto sostanziale e processuale, mentre l’altra costituente nella discussione di alcuni argomenti sulle materie di esame previste dall’ordinamento professionale attualmente vigente. «Non era possibile immaginare nessuna altra modalità scritta che fosse rispondente alle richieste delle norme vigenti, che prevedono che gli esame si possa fare con non più di 30 persone per volta e con quei numeri, sarebbe stato semplicemente impossibile», ha spiegato il ministro.

Tuttavia se ci sarà qualche correzione da fare si interverrà. «Abbiamo voluto dare una chance ai ragazzi di provare a misurarsi. Se ci saranno delle cose da correggere le correggeremo senza problemi. Non posso giurare che non ci saranno disfunzioni ma l’obiettivo era svolgere in questa modalità per poi riprendere il ritmo secondo l’andamento generale», ha concluso.

martedì, 16 Marzo 2021 - 11:28
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