Estetiste e parrucchieri in piazza: a Napoli la rivolta dei lavoratori dell’estetica messi in ginocchio dalla zona rossa


Come le pedine di un drammatico domino, i settori commerciali che abbassano la saracinesca quando la Campania si trasforma in zona rossa rischiano, una a una, il default. Birilli di una crisi che sembra non avere fine. I tassisti napoletani bruciano in piazza le loro licenze; i ristoratori lanciano periodici Sos di categoria, l’ultimo sul paventato aumento della distanza a tavola (da uno a due metri, secondo le raccomandazioni di Inail, Ministero della Salute, Aifa e Istituto superiore della Sanità messe nere su bianco in un recente dossier); i lavoratori dell’estetica e del benessere (parrucchieri, barbieri, centri estetici, gestori di palestre e piscine) sono pronti a scendere in piazza.

Lunedì 22 marzo la protesta si sposterà dalla piazza virtuale a quella più prestigiosa e simbolica di Napoli: piazza del Plebiscito diventerà scenario della pacifica rivolta organizzata dall’associazione ‘Stamm cà’ con l’appoggio di Confesercenti Campania. Chiedono la tutela del settore benessere e parrucchieri messo in gravissime difficoltà dalla pandemia e dalle continue e recenti chiusure.

L’appuntamento è alle 10 dinanzi alla Prefettura, dove si svolgerà una manifestazione per accendere i riflettori su quello che sono le difficoltà economiche che stanno vivendo parrucchieri, barbieri, centri estetici, palestre e tutto il mondo del benessere. Saranno presenti, tra gli altri, Vincenzo Schiavo (presidente di Confesercenti Campania), Nicola Diomiaiuta (presidente regionale Immagine e Benessere di Confesercenti) e Giuseppe Esposito (coordinatore provinciale Immagine e Benessere e presidente dell’Associazione “Stamm cà”) e vari esercenti del settore.

«Confesercenti Campania – dice Vincenzo Schiavo – scende al fianco di categorie trascurate dalle Istituzioni nell’emergenza Covid-19. Hanno ricevuto appena 4200 euro circa da Stato (2200 euro) e Regione (2000 euro) in un anno di lockdown. Peraltro si tratta di attività centrifugate dai vari Dpcm che ne hanno disposto aperture e chiusure repentine, con la conseguenza di aumentare e non ripianare le perdite».
Oltre alla richiesta di sostegni concreti e immediati e di chiarezza sulle riaperture future, Nicola Diomaiuta sottolinea l’importanza sociale e sanitaria degli esercizi: “Chiediamo l’immediata riapertura almeno di quei centri che effettuano servizi necessari, in ambito assonante a quello riabilitativo, per le fasce deboli di popolazione, peraltro in assoluta sicurezza rispetto al “rischio Covid”.

venerdì, 19 Marzo 2021 - 17:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA