«Magistratura schifezza, cancro da estirpare»: Salvini assolto dall’accusa di vilipendio «per tenuità del fatto»

Matteo Salvini (foto Kontrolab)
Matteo Salvini (foto Kontrolab)

A Collegno, durante un congresso della Lega, Matteo Salvini, già leader del carroccio, esplose in alcune affermazioni contro la magistratura. Una «schifezza», un «cancro da estirpare» aveva tuonato riferendosi all’indagine che coinvolgeva Edoardo Rixi, fedelissimo dell’ex vicepremier, già vicesegretario della Lega Nord e assessore regionale allo Sviluppo Economico della Regione Liguria, che nel febbraio di quell’anno era stato rinviato a giudizio insieme ad altre 23 persone nel processo sulle “spese pazze” sostenute con i soldi dei gruppi regionali in Liguria dal 2010 al 2012. Processo nel quale Rixi, proprio pochi giorni fa, è stato assolto in Appello.

Assolto ieri anche l’amico fraterno Salvini che proprio sull’onda emotiva di quella inchiesta, durante un acceso congresso, scoppiò contro la magistratura. Il processo per vilipendio si è chiuso con la formula «non punibile per la particolare tenuità del fatto». L’accusa aveva chiesto di condannare il leader della Lega al pagamento di tremila euro di multa.

«La Giustizia italiana va profondamente riformata, il ‘sistema Palamara’ va smontato per il bene dei cittadini e dei tanti magistrati davvero liberi e indipendenti – ha subito twittato il segretario leghista –  Sono contento, ringrazio giudice e avvocato». «Una sentenza che ripristina lo stato di diritto – ha commentato all’Ansa l’avvocato difensore Claudia Eccher – il giudice ha contestualizzato correttamente le frasi contestate, che furono pronunciate all’interno di una riunione di partito e quindi in un consesso assolutamente privato e non pubblico». Secondo Eccher inoltre «il giudice ha verificato che, comunque, si tratta di parole che hanno perso la loro carica offensiva».
   

martedì, 23 Marzo 2021 - 10:00
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