Sparò contro immigrati per vendicare la morte di Pamela, la Cassazione conferma la condanna a 12 anni per Luca Traini

Luca Traini

Condanna a dodici anni di carcere confermata in Cassazione per Luca Traini, il ‘lupo di Marcerata’ accusato della tentata strage di Macerata. I giudici della Suprema Corte hanno confermato la sentenza d’Appello per il 31enne marchigiano che il 3 febbraio del 2018 sparò a sei migranti come rappresaglia, spiegò lui stesso dopo l’arresto, per l’omicidio di Pamela Mastropietro, la giovane uccisa il 29 gennaio dello stesso anno da un pusher senegalese. Quell’uomo, Innocent Oshegale, è stato condannato all’ergastolo con 18 anni di isolamento. La Cassazione ha anche confermato il diritto al risarcimento per le vittime e per le parti civili. Tra queste, il comune di Macerata e la struttura territoriale del Pd.    

Pochi giorni dopo l’atroce morte della giovanissima Pamela, che aveva appena 18 anni, Traini decise di vendicarne la fine scatenando la sua rabbia contro la comunità nigeriana di Macerata. Un delitto motivato dall’odio razziale: Traini rivolse la propria arma, una Glock 17, contro diversi giovani di origine africana. Nella sua folle azione, a borde della propria auto, sparò ferendo sei immigrati e colpì anche la sede del Partito democratico.

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«Nel comportamento di Traini non c’è odio razziale – aveva sottolineato nella sua arringa l’avvocato difensore di Traini  Franco Coppi-, i neri vengono identificati da lui come i responsabili dello spaccio di droga nella provincia di Macerata e come responsabili della morte di Pamela Mastropietro, potevano essere anche gialli o pellerossa e il discorso sarebbe stato lo stesso. Non c’è stata una strage perché il reato richiede l’indeterminatezza delle persone offese». Secondo il legale, Traini ha voluto «ergersi a vendicatore in preda ad un raptus emotivo di cui si dovrebbe tenere conto».

«Traini quella mattina, per il suo sciagurato tour della morte, è uscito di casa con una pistola Glock e una scatola di munizioni e voleva uccidere una moltitudine indeterminata di persone» ha ribadito il procuratore generale della Cassazione nella sua requisitoria. «E’ corretto definire strage ciò di cui ci stiamo occupando oggi, Traini voleva uccidere un numero indeterminato di persone».

mercoledì, 24 Marzo 2021 - 18:04
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