Tetraplegico da dieci anni chiede il suicidio assistito e intenta causa all’Asl

giudice martello

E’ fissata per oggi la prima udienza per la causa civile intentata da un cittadino residente nelle Marche che, a seguito di incidente stradale è tetraplegico da dieci anni e vive con le conseguenze di altre patologie. L’uomo, come racconta l’Ansa, chiede di «morire in Italia, in piena legalità» e per questo ha intentato una causa civile contro la Asl Area vasta dell’Asur Azienda sanitaria unica regionale per  dare seguito alla procedura di verifica delle condizioni che rendono il suicidio medicalmente assistito non punibile.

La richiesta era stata inviata all’Av nell’ottobre scorso ma, dopo oltre un mese, aveva ricevuto un diniego «senza che neppure fossero state effettuate le verifiche sulle sue condizioni come previsto dalla Corte Costituzionale» nella sentenza sul caso Cappato.    Assistito dall’Associazione Luca Coscioni, aveva presentato un ricorso al tribunale – per motivi di privacy non è stata resa nota la specifica sede giudiziaria marchigiana competente per il procedimento – e oggi si terrà la prima udienza davanti al giudice.

«Mentre Paesi come la Spagna evolvono in tema di libertà civili, – commenta l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore di un pool di avvocati che assisterà il 42enne nel percorso -, da noi persone in condizioni gravissime sono costrette persino al calvario dei tribunali». Il diniego dell’Av «di fatto disconosce la portata della sentenza costituzionale e dei principi costituzionali in essa affermati»

   Il richiamo è al “caso Cappato”, riguarda il riconoscimento del diritto all’aiuto al suicidio senza che lo stesso costituisca reato ai sensi dell’art. 580 cp. Il 42enne è tra i primi in Italia, se non il primo, a rivolgersi a un tribunale per chiedere l’applicazione della sentenza che, dopo la morte di Dj Fabo, «con valore di legge, stabilisce dei passaggi specifici per tutti quei pazienti affetti da patologie irreversibili che in determinate condizioni, possono far richiesta di porre fine alle proprie sofferenze, attraverso un iter tramite Servizio Sanitario Nazionale».

mercoledì, 24 Marzo 2021 - 11:48
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