Sputnik in Campania, doccia fredda di Draghi: «Starei attento». Ma De Luca tira dritto: «Li daremo a tutti gli italiani»

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Una vaccinazione all'Ospedale del Mare durante il Vaccine Day del 27 dicembre 2020 (foto Kontrolab)

«Si ringrazia l’ambasciata italiana a Mosca per il supporto fornito» in merito al contratto di acquisto del vaccino Sputnik, si legge sui social della regione Campania e di Vincenzo De Luca nel post che annuncia la diretta Facebook del governatore, puntuale ogni venerdì pomeriggio. La Campania dunque rivendica l’acquisto, subordinato ancora al placet di Ema e Aifa, delle dosi di produzione russa. E De Luca lo rivendica anche in diretta: «E’ un vaccino non compreso tra quelli trattati da Italia e Ue, che abbiamo prenotato per immunizzare 4 milioni e mezzo di cittadini con la doppia dose. Il contratto prevede che diventi operativo dopo l’approvazione da parte dell’Ema o dell’Aifa».

«Ci stiamo muovendo sulla linea dettata da Draghi, in mancanza di risposte dell’Ue e delle aziende oggi contrattualizzate – continua De Luca – Andremo avanti da soli per la parte aggiuntiva. Riteniamo che questo contratto possa aprire una strada per l’Italia, un esperimento al servizio dell’Italia, se va bene. Sono risorse regionali, ma una volta coperte le necessità campane, metteremo a disposizione le dosi restanti al resto dell’Italia nell’ottica della solidarietà nazionale». Sputnik, ribadisce De Luca, finora è stato positivamente utilizzato a San Marino e in altri Paesi e approvato da Lancet: la Campania aspetta di chiudere la ‘partita’ in un mese, evento che sbloccherebbe il nodo vaccini «in totale sicurezza. Ma Governo e Aifa devono muoversi».

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Mario Draghi in primis, però, va cauto sulla vicenda Campania- Sputnik. In conferenza stampa questo pomeriggio ha infatti dichiarato: « Starei attento a fare questi contratti». Ieri, ha affermato il premier, la presidente della commissione ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla commissione, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. È un vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda. L’Ema sta facendo una review delle varie componenti e non si prevede che si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno».

venerdì, 26 Marzo 2021 - 15:25
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