Un «risultato storico», ché da luglio «facciamo finalmente un primo passo per cambiare le politiche familiari, rimettendo al centro le nuove generazioni, le donne, il sostegno alla genitorialità e la parità di genere».
Il ministro di Pari opportunità e Famiglia Elena Bonetti ha commentato con queste parole, nel corso di un’intervista a Repubblica, l’approdo al Senato – previsto per oggi pomeriggio alle 16.30 – della legge delega sull’assegno unico universale, lo strumento – per dirla fuori dai tecnicismi – grazie al quale le famiglie potranno contare sino a 250 euro per ogni figlio sino a quando quest’ultimo compirà 20 anni. La Camera ha già dato il via libera e ora tocca al Senato l’approvazione finale che trasformerà in legge questo sostegno a tutte le famiglie italiane.
Come noto, l’importo dell’assegno unico sarà proporzionato al reddito. O meglio: una quota (minima) sarà fissa e dunque uguale per tutti, poi vi sarà un’altra quota che dipenderà dal reddito. Le fasce più basse avranno diritto sino a 250 euro. L’assegno – che ha cadenza mensile – spetta ai genitori lavoratori dipendenti, agli autonomi e agli incapienti, e sarà possibile richiederlo a partire dal 7 mesi di gravidanza.
L’assegno unico universale, tuttavia, è solo il primo step di un piano più ampio di sostegno alle famiglie. «L’assegno unico e universale – ha spiegato il ministro a Repubblica – è il primo pezzo di un’ampia riforma a servizio delle famiglie, che diventa legge dello Stato. Alla fine del percorso avremo una visione organica delle politiche familiari su educazione, natalità, sostegno alla genitorialità, lavoro femminile e autonomia dei giovani: con un approccio integrato e non come misure spot e disarticolate».
martedì, 30 Marzo 2021 - 14:07
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