Walter Biot, l’ufficiale della Marina Militare arrestato in flagranza mentre consegnava un plico di documenti classificati ad un ufficiale russo in cambio di cinquemila euro è comparso questa mattina dinanzi al giudice per l’interrogatorio di convalida e garanzia. Biot, arrestato per spionaggio su richiesta della Procura di Roma, non ha risposto alle domande dell’inquirente avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il giudice si è riservato di decidere rispetto alla misura: Biot è in carcere, la Procura di Roma chiede che venga confermato mentre i legali dell’arrestato chiedono i domiciliari. Biot, se andasse a processo, rischia una condanna da venti anni all’ergastolo.
Il militare, difeso dall’avvocato Roberto De Vita, nell’annunciare di non voler rispondere ha contestato la ricostruzione della vicenda e, come riporta l’Ansa, «chiesto tempo per raccogliere le idee» e quindi potere affrontare l’interrogatorio con gli inquirenti che lo accusano di spionaggio. Intanto Alexey Nemudrov, addetto navale e aeronautico dell’ambasciata russa a Roma, e Dmitri Ostroukhov, impiegato nello stesso ufficio della sede diplomatica, sono stati espulsi dall’Italia.
Caso diplomatico
La vicenda Biot rischia di trasformarsi in un vero e proprio caso diplomatico tra Russia e Italia. Subito dopo l’arresto di Walter Biot la Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo in Italia. Un atto scontato: l’idea che un militare italiano consegni documenti della Nato a un parigrado russo (coperto da immunità diplomatica) lascia trasparire uno scenario inquietante degno di una spy story e, più prosaicamente, mette in luce gli interessi che la Russia di Putin ha sulle cose italiane e dei Paesi Nato e poco importa che tutto questa avvenga, da parte del nostro concittadino, in cambio di cinquemila euro. «Un atto ostile di estrema gravità» l’ha definito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha fatto convocare l’ambasciatore russo Sergey Razov alla Farnesina, dove il segretario generale Elisabetta Belloni gli ha comunicato la «ferma protesta» del governo italiano e la decisione di espellere due funzionari della sede diplomatica di via Gaeta. Lo stesso auspicio è stato espresso dal Cremlino, anche se non manca a Mosca chi minaccia una «reazione simmetrica». Per il presidente della commissione Esteri della Duma, Leonid Slutsky, quello di Roma è stato un gesto estremo” destinato a segnare «un’impronta negativa» sui rapporti bilaterali e che dimostra come ormai «la spio-mania sia arrivata anche in Italia». Il riferimento è alle molteplici accuse di spionaggio avanzate dall’Occidente – dagli Usa alla Gran Bretagna – nei confronti della Russia, che al contrario denuncia come un’ossessione euro-atlantica. Ancora ai ferri corti con Mosca per i casi Litvinenko e Skripal – gli ex agenti russi che secondo Londra furono avvelenati, il primo mortalmente, su suolo britannico dalla lunga mano dei servizi segreti del Cremlino -, il governo del Regno Unito si è infatti subito schierato al fianco dell’Italia contro «l’attività maligna e destabilizzante della Russia, che mira a minare un alleato della Nato», ha twittato il ministro degli Esteri, Dominic Raab. Mentre è recentissima, del 22 marzo scorso, l’espulsione di due diplomatici russi dalla Bulgaria dopo l’arresto di 6 persone sospettate di spiare per Mosca, tra cui dirigenti del ministero della Difesa di Sofia che avevano accesso a documenti classificati riguardanti la Bulgaria, la Nato e l’Ue. Il copione è lo stesso: secondo gli inquirenti, le informazioni venivano trasmesse dietro compenso a funzionari dell’ambasciata russa a Sofia.
La moglie di Biot
Merita un paragrafo a parte la temeraria intervista rilasciata dalla moglie dell’ufficiale di Marina italiano al Corriere della Sera, in cui ha rivelato presunti problemi economici che avrebbero indotto il marito ad abbassarsi allo scambio della pen drive con documenti Nato e cinquemila euro nella notte romana, in un parcheggio isolato. «Era veramente in crisi da tempo, aveva paura di non riuscire più a fronteggiare le tante spese che abbiamo. L’economia di casa. A causa del Covid ci siamo impoveriti, lo sa?» ha affermato la donna. «Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte. E non l’ha fatto neanche questa volta, ve l’assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Niente di così compromettente. Perché non è uno stupido, un irresponsabile. Solo che era disperato. Disperato per il futuro nostro e dei figli. E così ha fatto questa cosa…».
Insomma, Biot, disperato perché con il suo mensile di 3mila euro al mese non riusciva a sostenere le spese per la famiglia (4 figli e 4 cani), per la casa di Pomezia, il mutuo di 268mila euro e i vari impegni scolastici, hobby e interessi dei figli, si sarebbe abbassato a cedere segreti Nato al ‘nemico’.
Sulla scelta di passare segreti militari ai russi, replica: «Guardi, se solo me ne avesse parlato ne avremmo discusso insieme, avrei provato a dissuaderlo. Lui per 30 anni c’è sempre stato, ha servito il Paese, Walter si è sempre speso per la patria e lo ribadisco: anche se ha fatto quello che ha fatto sono sicura che avrà pensato bene a non pregiudicare l’interesse nazionale».
giovedì, 1 Aprile 2021 - 16:59
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