L’Europa non decide su AstraZeneca e manda allo sbaraglio 27 Paesi. In Italia dosi solo agli over 60 ma resta il richiamo


L’Agenzia europea per il farmaco non sconsiglia direttamente AstraZeneca ma passa la ‘patata bollente’ ai singoli Stati, cui compete ora la decisione sulla somministrazione del vaccino anglo-svedese contro il Covid 19 finito nell’occhio del ciclone dopo alcuni casi di trombosi seguiti alla inoculazione (per i quali sinora non è stata dimostrata correlazione con la dose ricevuta dalle vittime). L’Italia ha deciso che verrà somministrato solo agli over 60 e che chi ha già ricevuto la prima dose di AstraZeneca effettuerà il richiamo con lo stesso.

Questo in sintesi quello che è avvenuto ieri  durante una giornata molto complicata e convulsa. Per l’Italia alla fine ha parlato il ministro della Salute Roberto Speranza che ha atteso la decisione dell’Ema e poi incontrato virtualmente i colleghi degli altri Stati dell’Unione europea che però non sono riusciti a raggiungere una linea comune.

Pur riconoscendo i casi eccezionali di trombosi come «effetti indesiderati molto rari» dell’immunizzante anglo-svedese, l’Ema non ha ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, demandando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze.  L’Ue resta così spaccata tra quanti hanno già imposto restrizioni (come i Paesi scandinavi, la Germania, la Francia e l’Olanda, cui si è aggiunto anche il Belgio) e quanti invece non intendono farlo. «Ci mettiamo subito a scrivere la circolare. Bisogna essere chiari e netti» ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza sulle nuove direttive per AstraZeneca durante la videoconferenza Governo-Enti locali.

Il provvedimento «conterrà una raccomandazione di somministrare AstraZeneca sopra i 60 anni, in linea con quanto deciso da altri paesi Ue – ha aggiunto. «I benefici superano di gran lunga i rischi» aveva ripetuto a più riprese nel pomeriggio la direttrice dell’Ema Emer Cooke, parlando di eventi davvero straordinari, con un’incidenza molto bassa, e lanciando un appello agli europei a vaccinarsi con tutti gli immunizzanti disponibili. La presidente del Prac, la commissione per la valutazione del rischio dell’Agenzia europea, Sabine Straus, aveva tuttavia ammesso che i casi analizzati hanno fatto rilevare «un forte legame» tra il vaccino di AstraZeneca e gli eventi collaterali «molto rari», e per questo motivo è stata stabilita una «probabile causalità».

Si è arrivati a questa conclusione dopo un’analisi approfondita di 62 casi di trombosi cerebrale e 24 dell’addome riportati nel database sulla sicurezza dei farmaci dell’Ue alla data del 22 marzo, 18 dei quali fatali. «Una spiegazione plausibile» delle cause scatenanti non è stata individuata, ma tra le ipotesi «c’è una risposta immunitaria al vaccino che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina, definita trombocitopenia indotta dall’eparina».

Ad ogni modo l’Ema ha espresso la volontà di imporre ad AstraZeneca «approfonditi studi per capire di più sugli effetti di rischio» del suo vaccino, ha spiegato il responsabile della task force sull’analisi dei dati Peter Arlett. La compagnia anglo-svedese dovrà fare «studi di laboratorio per cercare di comprendere meglio l’effetto dei vaccini sulla coagulazione, esaminare i dati esistenti di studi clinici ravvicinati per valutare si vi siano ulteriori informazioni sui possibili rischi e condurre anche studi epidemiologici». Ascoltato tutto questo, l’Italia ha ritenuto di andare oltre l’aggiornamento del bugiardino e gli avvisi raccomandati dall’Ema, aggiungendosi alla schiera di quanti avevano già imposto delle restrizioni (Germania, Spagna e Belgio hanno deciso l’uso sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55). Dall’altra parte della Manica, anche la Mhra, l’autorità britannica del farmaco, ha raccomandato di offrire un vaccino diverso alle persone con meno di 30 anni.

giovedì, 8 Aprile 2021 - 08:07
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