Racket, 3 arresti nel clan Cesarano: c’è il figlio del boss. Pizzo di 5mila euro per restare nella casa popolare del Comune

La polizia

La Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Andrea Cesarano, 29 anni; Salvatore Sibilio, 36 anni; e Domenico Quindici, 26 anni, ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro, di più episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di avvantaggiare, consolidandone il prestigio ed il predominio sul territorio napoletano del clan Cesarano.

Andrea Cesarano è figlio del più noto Giovanni, alias “Giannin ‘o Biond”, esponente del clan Licciardi, di cui il gruppo Cesarano, operante nel Rione Kennedy (quartiere Secondigliano), condividendo la pianificazione di comuni strategie di gestione delle attività illecite, costituisce una delle molteplici articolazioni.

Le indagini svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia – tra novembre 2019 ed aprile 2020 – hanno accertato la sistematicità dell’attività estorsiva del gruppo criminale, ricostruendo una serie di episodi posti in essere in danno di commercianti ed artigiani del quartiere di Secondigliano.

In particolare, in un caso la vittima è stata costretta a versare la somma di 5mila euro per continuare ad occupare un alloggio di edilizia popolare di proprietà del Comune di Napoli, di cui era legittimo assegnatario e, successivamente, a consegnare, in occasione delle festività natalizie, pasquali e di ferragosto, somme variabili di danaro per poter svolgere la sua attività di artigiano.

Cesarano, Sibilio e Quindici risultano attualmente già detenuti per altri episodi di estorsione, commessi sempre nel quartiere di Secondigliano, per i quali, nel luglio 2020, hanno riportato sentenza di condanna di primo grado.

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martedì, 13 Aprile 2021 - 08:28
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