Ergastolo ostativo, Meloni (FdI) ‘chiama’ i partiti: «Difendiamolo». Muro Dem: «Il suo è qualunquismo». I dubbi del M5S

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

La pronuncia della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo ha innescato prevedibili polemiche politiche. La Consulta ha scritto nero su bianco che si tratta di una misura «incompatibile» con la Carta Costituzionale del nostro Paese, dando al Parlamento un anno di tempo per legiferare in materia. Il tema è scottante, i partiti si dividono. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ‘difende’ l’ergastolo ostativo e rilancia con un appello agli altri partiti: «Difendiamo insieme la legittimità dell’ergastolo ostativo – scrive – una norma sacrosanta e fondamentale per combattere la criminalità organizzata».

«Siamo già al lavoro – aggiunge – per presentare una proposta di legge, senza escludere la possibilità di una modifica costituzionale, per mantenere intatto uno dei pilastri della normativa antimafia, da sempre combattuto e osteggiato dai boss. Il Parlamento deve parlare con una voce sola e condurre unito questa battaglia di legalità e civiltà. Non possiamo cedere e consegnare alla mafia la vittoria su quella che da sempre considera la madre di tutte le battaglie che consentirebbe ai peggiori boss di usufruire di diversi benefici penitenziari o di uscire di prigione. Sarebbe la resa totale dello Stato».

La risposta, a stretto giro, da parte del Partito democratico arriva via Twitter da Anna Rossomando, responsabile Giustizia dei Dem: «E’ più forte di loro – scrive –  provare a cambiare le tutele costituzionali sembra un chiodo fisso della destra. Assicuriamo a Giorgia Meloni che il Parlamento sarà in grado di difendere la legalità ma coerentemente con i principi costituzionali».

Le fa da eco il deputato del Partito democratico, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia della Camera Carmelo Micceli: «Dichiarazioni del tipo ‘difendiamo la legittimità dell’ ergastolo ostativo – dice – modificando la Costituzione’ non aiutano a risolvere la delicata questione posta al Parlamento dalla Corte Costituzionale ma, anzi, rischiano di trasformarla in un pericoloso festival del qualunquismo».

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 «Pensare di risolvere le criticità evidenziate dalla Corte con una modifica degli articoli 3 e 27 della Carta Costituzionale – prosegue l’esponente dem –  significa prospettare uno scenario nel quale, dinanzi alla mancata conformità di una norma ordinaria al dettato e ai principi della Costituzione, il legislatore dovrebbe intervenire per rimuovere tale difformità modificando la Costituzione e non la norma ad essa subordinata, ovverosia dando luogo ad una tanto inammissibile quanto pericolosa sovversione del principio dell’obbligatorietà della gerarchia delle fonti. Niente di più aberrante»

Sulla stessa linea i Radicali: «I tempi sono maturi per fare un passo avanti verso una società orizzontale in cui lo Stato garantisce diritti, doveri e libertà di tutti – affermano in una nota Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani.

«A chi, spesso fregiandosi del tricolore, rivendica il fine pena mai e l’assoggettabilità a indagini e processi sempiterni, rispondiamo con i principi che da sempre fanno parte del nostro patrimonio costituzionale. È arrivato il momento di rompere gli indugi e rendere vivi quei principi. Lo Stato che uccide di carcere colpisce una persona diversa da quella che ha commesso un reato e quindi è anch’esso un omicida. Lo Stato che non si preoccupa di conformare l’amministrazione della giustizia al concetto di giustizia tratta i suoi cittadini da sudditi. Uno Stato così deve essere cambiato. Bisogna farlo oggi in un momento in cui gli equilibri sociali sono tanto instabili. È necessario edificare sui valori di una società più giusta in cui chi nessuno è perduto per sempre e la divisione tra buoni e cattivi è una semplificazione irresponsabile che prima o poi colpisce tutti. Siamo con Cartabia se avrà il coraggio di andare fino in fondo».

A una proposta di legge che eviti «colpi di spugna» pensa invece il Movimento Cinque Stelle. Lo spiega la deputata Giulia Sarti: «L’ergastolo ostativo e la collaborazione con la giustizia sono pilastri della lotta alla mafia – dice –  e noi continueremo a lavorare affinché siano rafforzati tutti gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso e al terrorismo».

«Allo scopo, come annunciato ieri – prosegue  l’esponente pentastellata – presenteremo una proposta di legge per evitare colpi di spugna sul tema e che decenni di lotta alle mafie siano spazzati via. Ci aspettiamo che su questa priorità il Parlamento reagisca in modo compatto e dia risposte in tempi brevi. Non permetteremo che sia vanificato il sacrificio di leali e fedeli servitori dello Stato, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino».

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lunedì, 19 Aprile 2021 - 10:33
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