Immigrazione clandestina, tra gli arrestati un dipendente del Comune di Napoli: rilasciava documenti in cambio di denaro


Una vera e propria rete con ramificazioni in Belgio e Francia che riusciva a far entrare in Italia e regolarizzare extracomunitari che vivevano in quegli Stati grazie a documentazione attestante il soggiorno a Napoli prodotta dietro compenso. Questi i dettagli dell’operazione ‘Mardan’ del Ros di Napoli, eseguita col supporto del Comando provinciale partenopeo dell’Arma, che ha portato all’esecuzione di 14 misure cautelari nei confronti di indagati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso ideologico e materiale.  

Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli sono state avviate all’indomani dei gravissimi attentati terroristici che hanno colpito, tra il 2015 e il 2016, Francia e Belgio, permettendo di documentare l’esistenza e operatività nel capoluogo partenopeo di un’organizzazione – composta da cittadini di nazionalità afghana, pakistana ed italiana – dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di extracomunitari pachistani, indiani, tunisini, marocchini, afghani, ucraini e russi, in alcuni casi provenienti da aree di crisi.

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Il sodalizio, dietro compenso, ha favorito l’ingresso/permanenza in Italia – e conseguentemente in tutta l’area Schengen – di extracomunitari privi dei requisiti per l’ottenimento del permesso di soggiorno. Peraltro l’organizzazione estendeva la propria operatività fuori dei confini nazionali: è emerso, infatti, come gli indagati, in contatto con soggetti localizzati in Belgio e Francia, riuscissero ad ottenere la regolarizzazione a Napoli di extracomunitari dimoranti in quegli stati ai quali veniva materialmente recapitato il documento di soggiorno italiano previa corresponsione del compenso.

La base logistica dell’organizzazione era in un internet point di Napoli dove il gruppo attraverso la creazione di documenti falsi (certificati di residenza, dichiarazione di ospitalità, certificati di conoscenza lingua italiana, contratti di lavoro, iscrizione a camera di commercio come commerciante, dichiarazione reddituale fasulla, nulla osta alloggiativo) riusciva a conseguire titoli abilitativi alla permanenza nel territorio nazionale.

Tra gli arrestati anche un pubblico dipendente di una Municipalità del Comune di Napoli che in qualità di addetto al settore rilascio e rinnovo delle carte di identità, all’emissione di certificati di residenza o presa in carico di trasferimenti di residenza, alle variazioni di stato di famiglia – avrebbe ricevuto danaro al fine di compiere atti contrari ai doveri d’ufficio, secondo un tariffario stabilito dallo stesso pubblico ufficiale a seconda del tipo di atto da compiere.

I guadagni illeciti venivano trasferiti, mediante transazioni bancarie e circuiti di Money Transfer, presso conti attestati in Pakistan, o attraversol’hawala che permette il passaggio di ingenti somme di denaro tra soggetti in differenti nazioni, senza alcuna movimentazione di denaro in quanto basato su un prestito/anticipo fiduciario di denaro. Contestualmente alle misure cautelari, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo dell’internet point, gestito dal principale indagato quale base operativa del sodalizio.

  1. NAVEED Iqbal, nato in Pakistan il 22.9.1980, commerciante, DESTINATARIO MISURA CAUTELARE IN CARCERE;
  2. AVERAIMO Pasquale,nato a Napoli il 28.3.1956, DESTINATARIO MISURA CAUTELARE ARESTI DOMICILIARI;
  3. CHAJAOUNE Lahoussine alias Hocine, nato in Marocco il 30.10.1973, DESTINATARIO MISURA CAUTELARE ARRESTI DOMICILIARI

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mercoledì, 5 Maggio 2021 - 09:24
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