Blitz a San Giovanni a Teduccio, 37 arresti. Per la periferia est di Napoli nasce il ‘Comitato di liberazione dalla camorra’

La polizia

Sono 37 le persone destinatarie dell’ ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina dagli agenti della Polizia di Stato di Napoli. Si tratta di presunti affiliati a quattro clan della zona di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli: Rinaldi, reale, Formicola, Silenzio.

Le accuse vanno dall’associazione di tipo mafioso al tentato omicidio, dall’estorsione alla detenzione di armi. A eseguire l’ordinanza, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda, poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato San Giovanni-Barra.

L’operazione delle forze dell’ordine arriva in un periodo ‘caldissimo’ per la zona est della città di Napoli, che nelle ultime settimane vive una forte recrudescenza di fenomeni criminali. Basti pensare agli episodi di Ponticelli, altro quartiere smosso dalle fibrillazioni della camorra, in cui solo giovedì scorso un ordigno lanciato nottetempo in via Guido Valle ha danneggiato otto auto. La bomba aveva come obiettivo, secondo quanto emerso, alcuni esponenti dei clan locali.

Per testimoniare la necessità di riportare ‘ordine’ e legalità nella zona sono intervenuti associazioni, politici e rappresentanti della società civile che, con un pubblico ‘manifesto’, chiedono, tra le altre cose, più forze dell’ordine e telecamere di sicurezza per garantire la sicurezza del territorio.

«Ponticelli è Napoli, Ponticelli è l’ Italia – si legge nel manifesto firmato da TerradiConfine, ArciMovie, Casa del Popolo di Ponticelli, Libera Ponticelli, Libera Volla, Ass. Gioco immagine e parole, Ass. Renato
Caccioppoli, Ass. Art33, Ass. Vivendo Ponticelli, Cooperative Sepofa, Libera Campania, Chiesa beata Vergine di Lourdes, Giovani del Vesuviano, Figli in famiglia, Fondazione Famiglia di Maria, Ippolito
Braccini, assessore municipale al verde, Patrizia Sannino, assessore municipale alle politiche sociali, Stefano Marzatico e Antonio di Costanzo consiglieri municipali, Fai antiracket Ponticelli, Società
mutuo soccorso operaio Barra, Gino Napolitano presidente consulta associazioni, Noi@Europe, professore Stefano D’Alfonso, i parlamentari Sandro Ruotolo e Vincenzo Presutto.

«Illuminiamo il buio dei quartieri della zona Orientale della città – continua –  Abbattiamo i muri che tracciano il confine di Napoli al parcheggio Brin e alla Stazione centrale. La zona Orientale è Napoli. Tre bombe e una ‘stesa’ in 72 ore. Strade, piazze, rioni, condomini trasformati in campi di battaglia con attentati e agguati. Commercianti, abitanti, una intera comunità ostaggio della paura e della violenza. All’emergenza criminale, ai bombaroli del terrore camorrista rispondiamo con la mobilitazione, dobbiamo evitare che ci siano altre vittime innocenti come è stato Ciro Colonna, il ragazzo ucciso il 7 giugno del 2016 in via Decio Mure Console Romano, ex Lotto 0. Sangue innocente che ci ammonisce e ci chiede di dare subito e con forza una risposta». «La camorra è il problema più drammatico di Napoli e ne condiziona tragicamente la vita quotidiana e le possibilità di normalità e di sviluppo. È una guerra. Ponticelli resiste e combatte insieme. Alziamo
la testa. Ci siamo incontrati al Polifunzionale ‘Ciro Colonna’ in via Curzio Malaparte con associazioni, gruppi di volontariato, cooperative, educatori, animatori, formatori, chiesa, università, società civile, esponenti delle istituzioni, parlamentari. Ci siamo guardati negli occhi e raccontato le nostre storie collettive. Non è
più paura, ma angoscia, inquietudine, spaesamento. La deflagrazione, il rumore sordo, la cortina di fumo che annebbia e ammorba. Siamo più forti. Siamo di più. Usciamo sul territorio. Entriamo dentro i luoghi
del terrore. Riprendiamoci Ponticelli. Per organizzare la speranza, per costruire risposte immediate abbiamo deciso di costituire un tavolo permanente di consultazione e di dar vita alla nascita del Comitato di liberazione dalla camorra. Ci schieriamo contro il potere e la cultura camorrista. Ora è il tempo delle risposte. Tutti, nessuno escluso, sono chiamati a prendersi le proprie responsabilità. Basta connivenze, convivenze e convenienze. Chiediamo al Governo, al Prefetto di Napoli: presenza quotidiana delle forze dell’ordine sul territorio; attivazione delle telecamere di videosorveglianza; scuole aperte d’estate con campi per bambini, adolescenti e contrasto alla povertà educativa; recupero, riapertura e attivazione degli spazi sociali, culturali e degli impianti sportivi; varare il ‘Piano per il futuro’. Guardando al Recovery plan: rilancio economico, sociale, culturale attraverso investimenti e implementazione di un piano straordinario per il lavoro per arginare la deindustrializzazione (vicenda Whirlpool)».

lunedì, 17 Maggio 2021 - 09:51
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