Blitz a San Giovanni a Teduccio, il ’46’ tatuato e postato sui social tradisce gli affiliati. Gigli in mano alla camorra

Polizia

Sono stati anche i socil network, e l’uso spregiudicato e imprudente che ne facevano affiliati e parenti di questi ultimi, ad aiutare gli inquirenti della Squadra Mobile di Napoli e della Direzione distrettuale antimafia partenopea che ieri hanno arrestato 37 persone, destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli. L’ordinanza colpisce i clan appartenenti alla cosiddetta Alleanza di Secondigliano, ovvero i Rinaldi, Reale, Silenzio e Formicola che fanno affari illeciti nel quartiere San Giovanni a Teduccio del capoluogo partenopeo ma anche in altre zone della città e della provincia. Le indagini, andate dal 2014 al 2019, hanno documentato come il clan, rivale dei Mazzarella, abbia insanguinato l’area orientale di Napoli, da piazza Mercato a Porta Nolano, e i Comuni limitrofi di Portici e San Giorgio a Cremano, attraverso scontri armati anche a colpi di armi da guerra.

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L’attività degli inquirenti intende anche accertare come i clan riescano ad entrare in possesso di armi così potenti, come gli AK47. Tra i destinatari delle misure cautelari figura anche un armiere, una figura trasversale che faceva affari rifornendo di pistole e mitra anche altre organizzazioni criminali.  Durante le indagini è emerso l’elemento identitario del clan Rinaldi, un logo, anzi un numero, il “46”, chiaro riferimento al “lotto 46”, il complesso di edilizia popolare dove il clan Rinaldi ha eretto la propria roccaforte, un numero ricorrente nelle conversazioni, sui social e anche sulla pelle degli indagati: molti, infatti, se lo sono fatti tatuare addosso per rimarcare la propria appartenenza.

Le feste in mano ai clan
 A San Giovanni a Teduccio, secondo quanto emerge dall’ordinanza,  i clan della zona oltre che controllare ampi settori economici e sociali, tenevano sotto controllo anche feste folkloristiche e religiose come la Festa dei Gigli e la Festa della Madonna dell’Arco. L’obiettivo era strumentalizzare le manifestazioni per accrescere l’influenza delle organizzazioni criminali e dei capiclan in quella porzione della città. Uno degli episodi finiti nelle pagine dell’ordinanza riguarda la festa dei Gigli di San Giovanni a Teduccio, che si è tenuta dal 31 agosto al 3 settembre del 2017. Il primo settembre di quell’anno, al figlio 16enne (all’epoca dei fatti) di un pluripregiudicato appartenente al clan Formicola (legato da vincoli di parentela al defunto capoclan Gaetano Formicola) venne affidato il ruolo di “padrino dei festeggiamenti”: il ragazzo, presentato come un astro nascente del calcio, giunse in piazza a bordo di un calesse trainato da un cavallo durante una serata canora alla quale avevano preso parte cantanti neomelodici.

   Anche per il cosiddetto rito dell’ “alzata del giglio”, tenutosi il successivo 3 settembre, venne annunciata la presenza del “padrino dei festeggiamenti” con un sottofondo musicale costituito dalla colonna sonora de “Il Padrino”, film diretto dal regista Francis Ford Coppola.  Infine, sempre in occasione di quella festa, non sono mancati i ringraziamenti a una nota famiglia del posto da parte del “capo paranza” del “giglio.

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martedì, 18 Maggio 2021 - 09:25
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